Colf e badanti, in Lombardia una risorsa importante per le famiglie

Milano, 27.11.2015

 
Sono oltre 186mila, tra colf e badanti, i lavoratori impegnati nell’attività domestica, in Lombardia. Il 79,2% proviene da Paesi stranieri e il 79,3% del totale è rappresentato da donne. Lavoratrici e lavoratori sempre più indispensabili per le famiglie lombarde, a fronte di circa 400mila anziani non autosufficienti residenti nella Regione di cui 59mila ricoverati in casa di riposo. Uno studio condotto da Cergas Bocconi per la Fnp Cisl Lombardia stimava per il 2012 il numero delle badanti in 150.000, quindi le lavoratrici con regolare contratto di lavoro rispondono a meno del 50% del bisogno di cura a domicilio, e questo fa pensare ad una stima di lavoro di cura che rimane a carico delle famiglie ed ad una ampia fetta di lavoro irregolare. Un fenomeno che anche la nuova legge regionale 15/2015, approvata nel maggio scorso, punta a contrastare.
Per fare il punto sulla nuova normativa e sulla sua attuazione per qualificare le assistenti familiari, favorire l’emersione del lavoro sommerso, sostenere le famiglie, la Cisl e i Pensionati Cisl lombardi organizzano lunedì 30 novembre l’incontro “Non autosufficienza a domicilio. La nuova legge sul lavoro di cura”. “Auspichiamo che l’attuazione della nuova legge sia l’occasione per migliorare il sostegno alle famiglie, a partire dal momento della selezione dell’assistente famigliare, della valutazione delle sue competenze, dell’assunzione e gestione del rapporto di lavoro – sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. Il sostegno alle famiglie è parte di quella presa in carico che la Regione da tempo esprime, ma rappresenta anche l’integrazione fra i soggetti e l’apertura al contributo di una mutualità che permetterà alle famiglie di continuare a farsi carico della non autosufficienza”. “Le famiglie lombarde spendono ogni anno 1,6 miliardi di euro per il lavoro di cura con assistenti familiari – aggiunge – e oltre a questo incide in modo significativo il lavoro irregolare e sommerso, in rapporto al quale vanno attivati meccanismi di contrasto”.
Il lavoro di cura rappresenta un importante tassello nella regolazione del sistema di welfare regionale. Sono  9.973.397 gli abitanti al 1° gennaio 2014 in Lombardia, di cui il 21% over 65 anni, il 10,5% over 75 ed il 2.9% oltre 85 anni. Una fascia che è destinata ad aumentare. Gli anziani con limitazioni funzionali sono 335.000, a cui si aggiungono gli anziani non autosufficienti (59.000 i posti letto) ricoverati in Rsa. “E’ nell’ambito familiare che si trova la principale risposta al bisogno di assistenza alle persone non autosufficienti, tanto che si stimano in 800mila il numero delle persone che a diverso titolo si prendono cura dei loro familiari – afferma Valeriano Formis, segretario generale Pensionati Cisl Lombardia -. La legge regionale nell’identificare il profilo dell’assistente famigliare per qualificarne il lavoro, contrastarne l’attività sommersa e irregolare, sostenere le persone assistite e le famiglie, rafforzare il ruolo dei Comuni e gli ambiti territoriali e collaborare con i diversi attori del territorio, fra cui anche il sindacato e i patronati, rappresenta un’ interessante opportunità per le migliaia di lavoratori  e lavoratrici occupate”.