Milano, 11.11.2016
Fumata nera tra sindacati e la ColomboStile di Meda sulla gestione del personale nel passaggio della rete commerciale alla Glic. L’azienda produce mobili in stile ed è un marchio forte del Made in Italy. I suoi mobili hanno un buon mercato, soprattutto nei Paesi dell’Est e, in particolar modo, in Russia. La crisi ucraina e l’imposizione di sanzioni sulle esportazioni verso Mosca hanno però danneggiato fortemente l’impresa. Negli ultimi due anni, la realtà brianzola ha fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria per gestire i periodi di bassa produzione e in primavera ha licenziato quattro lavoratori. Da queste difficoltà è nata l’idea di scorporare la rete commerciale affittandola alla Glic. Questa operazione dovrebbe portare al passaggio di tutti e venti i dipendenti alla nuova azienda. Ma la direzione della ColomboStile ha annunciato che il trasferimento riguarderà solo 14 lavoratori e un dirigente. “La ColomboStile – spiega Luigi Puppo, della Filca Cisl Monza Brianza Lecco – ci ha annunciato che sceglierà i 14 dipendenti da trasferire secondo una sua logica. Noi, come sindacato, non possiamo accettare questo modo di fare. Per questo motivo non abbiamo firmato alcuna intesa sul passaggio dei rapporti di lavoro”. La questione dell’affitto si inserisce in un contesto più ampio nel quale la Colombo Stile, una volta ceduta la rete commerciale, dovrebbe chiedere l’apertura della procedura concorsuale con conseguente licenziamento e mobilità per i rimanenti 36 dipendenti. Il marchio ColomboStile, che ha ancora una sua forza, rimarrà in vita. I mobili però non saranno più prodotti nello stabilimento di Meda, ma da altre aziende. La Glic poi li commercializzerà. “La scelta di non firmare accordi – continua Puppo – è stata condivisa da tutti i lavoratori. Vogliamo salvare più posti possibile. Cosa faremo? La situazione è ancora fluida. L’azienda probabilmente andrà avanti con le sue scelte. Noi attendiamo l’apertura della procedura concorsuale e la nomina del liquidatore e lavoreremo per tutelare l’occupazione”.