Giovedì 6 giugno 2024, presso l’Agriturismo “Antico Benessere” di Fara Gera d’Adda, in provincia di Bergamo, si è tenuto il Consiglio Generale USR CISL Lombardia
La mattinata di lavori si è aperta con la relazione introduttiva di Ugo Duci, Segretario Generale CISL Lombardia, il quale, dopo un momento iniziale in cui ha trattato il tema delle elezioni per il Parlamento europeo, si è concentrato sulla situazione economica regionale:
“La nostra Lombardia deve e vuole continuare ad essere protagonista in Europa, forte dei numeri che ne descrivono la solidità e la rilevanza nel continente. Siamo la seconda regione europea per PIL: 440 miliardi di euro nel 2022, secondi solo all’Ile de France e prima di Baviera, Düsseldorf e Stoccarda in Germania, Midland in Irlanda, Rodano-Alpi in Francia e Catalogna in Spagna.
Il PIL lombardo è cresciuto del 5,5% alla fine del 2023 rispetto al 2019: un dato di gran lunga superiore rispetto a quello delle regioni europee simili alla Lombardia per capacità produttiva: Catalogna a 1,1%, Baviera a 0,4% e Baden Wurttemberg ancora a -1%.
Ma siamo anche la prima regione industriale d’Europa: superiamo il Baden-Württemberg e la Baviera. E registriamo oltre un quinto degli investimenti netti italiani diretti all’estero. Oltre il 60% degli investitori stranieri in Italia ha investito in Lombardia. Inoltre, lo scorso anno l’export lombardo ha superato i 162 miliardi di euro, con una crescita del 19,1%.
Nei prossimi mesi la Lombardia sarà a capo dei Quattro motori d’Europa, realtà che riunisce le regioni Ue più industrializzate: Catalogna, Rodano, Baden-Wurttemberg e Lombardia.
Nel 2025 sarà anche a capo dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive, che a Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria aggiunge altre 25 regioni europee tra Germania, Spagna e Francia: questi territori totalizzano un prodotto interno lordo da 5.000 miliardi di euro, il 34% del PIL europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei. E tutto questo nella fase più decisiva della messa a terra del PNRR e delle scelte strategiche sull’utilizzo del FESR.
Dunque, c’è bisogno più che mai di un governo regionale proattivo, che assuma le decisioni che gli competono, che non si attardi nelle diatribe sugli equilibri politici della maggioranza, che abbia una visione strategica di medio e lungo raggio e che sappia confrontarsi e dialogare non in modo episodico, ma strutturato, anche con modalità più smart ed efficaci, con le parti sociali lombarde. La sanità, il lavoro e la piena occupazione, in particolare di giovani e donne, il sostegno alle imprese meritevoli, la transizione ecologica, l’istruzione e la formazione, l’accoglienza e l’integrazione dei nuovi cittadini lombardi, la non autosufficienza, l’inverno demografico, la casa e la famiglia, sono temi da rimettere con decisione ai tavoli di confronto, in una comune volontà di condividere, programmare e realizzare i necessari interventi“
In seguito, si sono tenute le due votazioni della giornata, che hanno portato all’elezione di Fabio Nava, come Segretario Generale Aggiunto della CISL Lombardia
E Dino Perboni, che è entrato a far parte della Segreteria CISL Lombardia
Successivamente, Marco Bianchi, Dipartimento Formazione CISL Lombardia, ha consegnato gli attestati di partecipazione alla Scuola Sindacale Permanente 2023/2024 e l’attestato di competenze di Regione Lombardia, ricordando anche Fabio De Marco, giovane sindacalista recentemente scomparso a seguito di un incidente in montagna
Ha concluso i lavori Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL, il quale, nel suo intervento, ha toccato i temi del contesto economico e politico europeo ed italiano:
“La stagione che si apre davanti a noi è contrassegnata da numerose sfide e complessità, ma anche da straordinarie opportunità. È un momento cruciale e, come ci ricorda spesso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “l’Europa deve essere un baluardo di democrazia, un riferimento forte per la pace, non solo in Ucraina e Medio Oriente, ma ovunque la democrazia sia minacciata”. E in questa direzione va il Manifesto che abbiamo presentato al Convegno “Insieme per un’Europa nuova. Lavoro, coesione, partecipazione”, che sostiene l’idea di un’Europa con una governance partecipata, che dia significato alla sua dimensione sociale, affrontando i cambiamenti attraverso investimenti ed un’equità rinnovata nel mercato interno. L’Europa, inoltre, deve riaffermarsi come protagonista sulla scena geopolitica mondiale e il nostro compito è andare oltre l’orizzonte del 2026, quando finirà il NextGenerationEu.
Le nostre dinamiche interne sono altrettanto cruciali. Recentemente, il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta ha messo in evidenza segnali economici incoraggianti, con l’occupazione che in Italia cresce sempre di più e ha raggiunto il primato storico, con quasi 24 milioni di lavoratori dipendenti e una riduzione del tasso di disoccupazione giovanile dal 23,7% al 20,1%. Questi segnali positivi devono essere consolidati attraverso una forte accelerazione degli investimenti pubblici e privati, in particolare quelli collegati al PNRR e da politiche vere di crescita e sviluppo partecipate anche dalle forze sociali.
La nostra priorità è il sostegno ai redditi delle famiglie e dei lavoratori dipendenti, colpiti dalla perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione. Vogliamo lavorare per aumentare salari, retribuzioni e pensioni, attraverso una nuova politica dei redditi che controlli prezzi e tariffe, argini la speculazione e orienti i comportamenti delle famiglie, anche attraverso l’accelerazione dell’attuazione del PNRR, che ci permetterebbe di investire di più su scuola, sanità, enti locali, stabilizzando il precariato storico, sbloccando le assunzioni e realizzando politiche sociali per anziani, infanzia, adolescenza e non autosufficienza.
La nostra proposta di Legge sulla partecipazione, che inizialmente sembrava destinata a non avere sbocchi, sta guadagnando un consenso bipartisan in Parlamento e questo riconoscimento è per noi un motivo di orgoglio: la proposta è ambiziosa, completa ed efficace e rappresenta un segnale del fatto che si possa aprire una nuova fase di rigenerazione del rapporto tra capitale e impresa.
Attraverso questo modello partecipativo, possiamo affrontare le sfide attuali, migliorare salari e retribuzioni, garantire stabilità e qualità del lavoro, investire nella salute e sicurezza sul lavoro, e aumentare la produttività delle aziende. Insieme alla mobilitazione sulla partecipazione, è fondamentale anche promuovere iniziative analoghe sulla salute e sicurezza negli ambienti lavorativi, per fermare la lunga scia di sangue a cui stiamo assistendo.
Il vero precariato non risiede nei contratti a termine o nella somministrazione, ma si concentra negli stage, nei tirocini extracurricolari, nelle false partite IVA, nelle cooperative spurie, negli studi professionali dove i giovani laureati sono pagati poche centinaia di euro al mese e nelle redazioni giornalistiche, dove i giornalisti freelance lavorano a 5 euro per pezzo.
La cultura partecipativa e una rinnovata fase di concertazione possono aiutarci a superare questa situazione ed affrontare le sfide future, come l’impatto dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro.
Dobbiamo farlo utilizzando gli strumenti dell’azione sindacale: contrattazione, bilateralità, pragmatismo, riformismo e vera partecipazione, per contribuire alla crescita, al rilancio degli investimenti, alla lotta alle diseguaglianze e favorire la coesione sociale e il bene comune“