
Milano, 13.12.2019
Nei giorni scorsi Regione Lombardia ha approvato la delibera che introduce la “Dote Infanzia”, un contributo economico che varia dai 200 ai 500 euro a secondo dell’Isee ed è rivolto alle famiglie con almeno un figlio minore, che compirà 4 anni nel corso del 2020, e con un genitore con residenza in Lombardia da almeno 5 anni. Perplessi i sindacati, che hanno più volte sollecitato un incontro con l’assessore alla Famiglia ed inviato un documento di osservazioni e proposte al fine di rendere più efficace l’intervento.
“La proposta della nuova misura sperimentale si colloca nell’ambito di un sistema di interventi di per sé già frammentato – spiega Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia – che rischia di ridurre l’efficacia dei provvedimenti da orientare verso risposte più integrate rispetto ai bisogni, tenuto conto anche delle condizioni di fragilità e vulnerabilità delle famiglie sul territorio”
L’introduzione del voucher avrebbe potuto essere più utilmente destinato alle famiglie in modo progressivo “considerando l’intera fascia di età dai 3 ai 6 anni – afferma Gilardoni – e non solo limitato alle famiglie con un bambino che compie 4 anni nel 2020″.
“Avevamo infatti evidenziato l’opportunità di considerare la nuova misura nell’ambito della costruzione di un sistema lombardo integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino all’inserimento nella scuola primaria – prosegue -. Questo per favorire in tal modo la continuità del percorso educativo e di inclusione scolastico”.
In tale logica avevamo proposto la possibilità di utilizzare il voucher per ridurre le spese che la famiglia sostiene in caso di iscrizione e frequenza del bambino alle scuole dell’infanzia.
Occorre quindi aumentare le risorse destinate alla famiglia, mirandole ad interventi i a sostegno della genitorialità, e con attenzione alle famiglie che versano in condizioni di deprivazione economico e/o socio culturale.
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