
Milano, 3.3.2020
Le misure di sostegno previste dall’articolo 13 3e 14 del decreto del governo per la “zona rossa” devono essere estese a tutto il territorio regionale lombardo. Lo hanno ribadito i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lombardia, Elena Lattuada, Ugo Duci e Danilo Margaritella, questa mattina nel corso dell’incontro in videoconferenza del Patto per lo sviluppo. E lo hanno messo nero su bianco in documento inviato alla Presidenza della Regione Lombardia e alle parti riunite al tavolo.
“Assistiamo – scrivono Lattuada, Duci e Margaritella – non solo agli effetti derivanti da chiusure e/o sospensioni di attività in ragione delle ordinanze, ma anche ad un effetto domino di contrazione di lavoro e attività, che interessa settori e imprese dell’intero territorio regionale, indotti dagli effetti esterni sulla domanda di servizi e/o commesse, che riducono nei fatti le prestazioni lavorative necessarie”.
Nel merito del decreto del governo, queste le osservazioni di Cgil, Cisl e Uil Lombardia:
“Zona rossa”
Non sono previste, in ragione delle misure sanitarie restrittive, procedure di consultazione preventiva sull’utilizzo degli strumenti. Questo aspetto vada recuperato almeno a consuntivo sia per le imprese con Rsu/Rsa che a livello territoriale per le altre.
L’informazione e/o la consultazione preventiva per le imprese collocate fuori la zona rossa che occupano dipendenti residenti in zona rossa, va esperita.
Ambito regionale
- Sulla cassa integrazione in deroga è necessario allungare il periodo di copertura dello strumento, avere la garanzia della retroattività dal 23 febbraio 2020, definire ed estendere il perimetro dell’utilizzo;
- Su Cigo e Fis: è necessario prevedere il non conteggio, nelle durate massime previste, dei periodi utilizzabili ai fini dell’emergenza sanitaria (comma 2 art. 13 del decreto);
- Fis: è necessario il riconoscimento dell’assegno ordinario anche nelle imprese con diritto al Fis che occupano mediamente più di cinque dipendenti (comma 4 art. 13 del decreto).”Riteniamo indispensabile ed urgente definire un accordo quadro regionale, sulla falsariga di quanto concordato nel maggio 2009, al fine di determinare condizioni di applicabilità immediata delle norme e di determinare un quadro coerente in ambito regionale nell’applicazione – affermano Cgil, Cisle Uil Lombardia -. Contestualmente è necessario attivare verso Abi e Fondazione Welfare Ambrosiano un confronto al fine di garantire l’anticipazione dei trattamenti economici per lavoratori e lavoratrici”.