Edilizia bergamasca nella morsa della crisi, persi oltre 2300 posti

Milano, 9.2.2016
 
L’edilizia bergamasca fatica a uscire dal tunnel della crisi che la attanaglia dal 2008. Ancora durante lo scorso anno, il numero dei lavoratori iscritti alle due casse e diminuito di 2319 unità, le imprese di 267, le ore lavorate sono state un milione e mezzo in meno e il monte salari ha visto una perdita secca di oltre 16 milioni di euro. Sono i dati di una situazione che fatica a trovare una sua normalità: da faro e traino dell’economia bergamasca, l’edilizia orobica è oggi l’ultimo dei settori ancora in crisi profonda. Meccanico, terziario, commercio, per non parlare dell’agricoltura, fanno segnare miglioramenti quasi ovunque: per loro la luce in fondo al tunnel appare sempre più vicina. In edilizia, invece, alla crisi si affianca anche la concorrenza sleale, che spesso infligge colpi mortali alla carriera di lavoratori e delle imprese. “Sempre più spesso nel corso dell’attività sindacale in cantiere è stato riscontrato l’impiego di lavoratori autonomi che operano svolgendo in realtà le stesse attività del personale dipendente delle imprese esecutrici – afferma Giovanni Anesa, segretario territoriale della Filca Cisl -. Questa situazione è anche aggravata dal ricorso a altre forme aggregative come associazioni temporanee di lavoratori autonomi ai quali è affidata l’esecuzione di intere opere edili, una situazione con evidenti profili di criticità”. “Raffrontando i numeri dal 2008 ad oggi delle imprese e dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile e Edilcassa della nostra provincia  – prosegue – si può stimare una perdita di imprese pari al 45 % e di lavoratori pari al 52 %. A livello nazionale il comparto dal 2008 ad oggi ha perso il 23,78% degli addetti corrispondente a 464mila posti di lavoro”. Partite Iva e Voucher sono ormai una forma classica di contratto di lavoro nei cantieri. Tale somministrazione di manodopera viene utilizzata impropriamente: di fatto questi lavoratori autonomi operano inseriti nel ciclo produttivo delle imprese esecutrici dei lavori, svolgendo sostanzialmente la medesima attività del personale dipendente, e quindi non in linea con le caratteristiche richiamate in legislatura inerenti il lavoro autonomo.