La Commissione propone un bilancio dell’Ue adeguato alla crisi da pandemia
Milano, 26.6.2020
Far ripartire l’Europa dopo la crisi economica e sociale causata dal Covid-19, con un piano per la ripresa che dovrebbe raggiungere i 378 miliardi di euro cui si aggiungono circa 133 miliardi provenienti da prestiti. Questa la proposta della Commissione europea per il bilancio 2021 dell’Ue, che sarà il primo del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027, il primo dopo l’uscita dall’Ue del Regno Unito nonché il primo bilancio annuale proposto dalla Commissione della presidente von der Leyen. L’obiettivo dichiarato è di affrontare le ripercussioni della pandemia, dare impulso a una ripresa sostenibile, proteggere i posti di lavoro e crearne di nuovi. Un risultato non semplice da ottenere e che comporta aiuti concreti alle persone in difficoltà, un sostegno alle imprese e ai settori più colpiti, il rafforzamento del mercato unico e l’assistenza a regioni e Stati membri. «Nell’attuale situazione straordinaria la proposta della Commissione europea mobilita un sostegno senza precedenti» ha dichiarato il commissario europeo per il Bilancio, Johannes Hahn, spiegando che il bilancio annuale 2021 «aiuterà centinaia di migliaia di persone, imprese e regioni a superare la crisi e a uscirne più forti di prima. Perché questo accada, occorre un accordo sul bilancio a lungo termine e su Next Generation Eu in grado di trasmettere un segnale di fiducia a tutta l’Europa».
Infatti, il progetto di bilancio dell’Ue per il 2021 comprende le spese previste nell’ambito di Next Generation Eu, che saranno finanziate con l’assunzione di prestiti sui mercati dei capitali, e le spese coperte dagli stanziamenti entro i massimali del bilancio a lungo termine, finanziate con risorse proprie. Per le spese di bilancio standard sono previsti due importi: uno per gli impegni e l’altro per i pagamenti. Con “impegni” si intendono i finanziamenti che possono essere stabiliti nei contratti in un determinato anno, mentre i “pagamenti” sono gli importi effettivamente erogati. La proposta della Commissione per il 2021 prevede 166,7 miliardi di euro in impegni (-9,7% rispetto al 2020) e 163,5 miliardi di euro in pagamenti (+0,8% rispetto al 2020).Toccherà ora al Parlamento europeo e al Consiglio trovare al più presto l’accordo sul bilancio 2021-2027, compreso lo strumento Next Generation Eu, perché da una sua adozione rapida dipende la possibilità di beneficiare dei fondi necessari per la ripresa economico-sociale dei Paesi dell’Ue, soprattutto quelli maggiormente colpiti dalle conseguenze della pandemia.
Legame tra bilancio 2021 e Next Generation Eu
Secondo quanto previsto dalla Commissione, Next Generation Eu doterà il bilancio dell’Ue delle risorse supplementari necessarie a rispondere in maniera decisa alle sfide urgenti che l’Ue si troverà ad affrontare a causa della pandemia da Covid-19 e delle relative conseguenze. Si tratterà di uno strumento attivato per un periodo limitato (fino alla fine del 2024) ed esclusivamente ai fini della risposta alla crisi e delle misure per la ripresa. I fondi da esso generati, spiega l’esecutivo dell’Ue, saranno convogliati tramite il bilancio a sostegno delle priorità di investimento e di riforma e rafforzeranno programmi essenziali per la ripresa. Come osserva la Commissione, «lo strumento finanzierà inoltre azioni volte a sviluppare la resilienza per il futuro, mediante ad esempio un nuovo programma per la salute e il rafforzamento di RescEu, il meccanismo unionale di protezione civile».Per il finanziamento di Next Generation Eu la Commissione europea ha proposto di prendere in prestito sui mercati fino a 750 miliardi di euro al fine di garantire finanziamenti supplementari nei prossimi anni, fino al 2024. I fondi confluiranno poi nel bilancio dell’Ue come entrate con destinazione specifica e saranno destinati a finanziare la ripresa. Perché, oltre alle note emergenze causate dalla pandemia, il bilancio dell’Ue continuerà in parallelo a sostenere le priorità storiche dell’Europa, che assumono ora un’importanza ancora maggiore nell’ottica di una ripresa sostenibile. La Commissione ha così ribadito il proprio impegno a favore delle sei tematiche definite nel suo programma: il Green Deal europeo; un’Europa pronta per l’era digitale; un’economia al servizio delle persone; la promozione dello stile di vita europeo; un’Europa più forte nel mondo e un nuovo slancio per la democrazia.
Cittadini e imprese attendono il sostegno dell’Ue per ripartire
Una gran parte dei fondi del bilancio sarà destinata alle azioni prioritarie individuate nell’ambito di Next Generation Eu. Ad esempio 131,5 miliardi di euro di prestiti e circa 133 miliardi di sovvenzioni potranno essere forniti agli Stati membri nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che rientra in Next Generation Eu. Poi 47,15 miliardi di euro saranno destinati alla politica di coesione e saranno integrati da altri 42,45 miliardi nel quadro di React-Eu, fondi impiegati per sussidi all’occupazione, regimi di riduzione dell’orario lavorativo e misure a favore dell’occupazione giovanile, della liquidità e solvibilità delle Pmi. Circa 17,3 miliardi di euro andranno a Orizzonte Europa, per rafforzare il sostegno europeo a ricerca e innovazione nei settori della salute e del clima, mentre 10,13 miliardi saranno destinati a InvestEu per investimenti in infrastrutture sostenibili, innovazione e digitalizzazione, 8,28 miliardi per affrontare i problemi di solvibilità delle imprese economicamente sostenibili di tutti i settori economici, 9,47 miliardi saranno assegnati al Fondo per una “transizione giusta” verso la neutralità climatica.Alcune misure essenziali finanziate con Next Generation Eu, quali un maggiore sostegno alle regioni e agli Stati membri più colpiti, dovranno essere avviate nel minor tempo possibile poiché i cittadini e le imprese fanno affidamento sul sostegno dell’Ue per ripartire. Al fine di sbloccare 11,5 miliardi di euro già nel 2020, la Commissione ha proposto una modifica al suo bilancio per il 2020 unitamente a modifiche mirate dell’attuale bilancio a lungo termine, per l’attuazione delle quali si attende l’accordo tra Parlamento e Consiglio.