Euronote – Una crescita più sostenibile e inclusiva

Milano, 28.5.2018

L’Europa sta vivendo la crescita economica più forte degli ultimi dieci anni, destinata a continuare fino all’anno prossimo secondo le previsioni, caratterizzata da buoni livelli di occupazione, investimenti in ripresa e finanze pubbliche in netto miglioramento. Stanno però emergendo nuovi rischi, derivanti dalla volatilità dei mercati finanziari mondiali e dal protezionismo commerciale, mentre resta necessariamente da migliorare la dimensione sociale. Servono cioè interventi che andrebbero fatti sfruttando le attuali condizioni favorevoli, al fine di rendere le economie e le società europee più forti e resilienti. Per questo le raccomandazioni specifiche per Paese 2018 presentate il 23 maggio scorso, che delineano gli orientamenti della Commissione europea in materia di politica economica per i prossimi 12-18 mesi, basandosi sui progressi compiuti negli ultimi anni mirano a valorizzare le buone prospettive economiche per orientare gli Stati membri nell’adozione di ulteriori iniziative. L’intenzione della Commissione è di «rafforzare le fondamenta di una crescita sostenibile e inclusiva a lungo termine», partendo dall’analisi effettuata nelle ultime relazioni per Paese che hanno evidenziato i problemi determinati dalla crisi finanziaria in alcuni Stati membri e le sfide per il futuro. Il miglioramento del contesto economico, sostiene l’esecutivo dell’Ue nel comunicato di presentazione dell’iniziativa, «consente di concentrarsi su una nuova serie di priorità» nell’attuazione degli interventi necessari in ambito nazionale, tenendo in considerazione la stretta interdipendenza delle economie della zona euro e dell’intera Unione europea.

«Le raccomandazioni di quest’anno sono più che mai incentrate su occupazione, istruzione e questioni sociali – ha dichiarato la commissaria europea per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen –. Ciò dimostra la determinazione della Commissione a focalizzare l’attenzione sull’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali in tutti gli Stati membri e a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i cittadini europei».

Raccomandazioni 2018 più attente al sociale

Gli Stati membri sono invitati dalla Commissione a «perseguire riforme strutturali che migliorino il contesto imprenditoriale e le condizioni per gli investimenti», ad esempio riformando il mercato dei prodotti e dei servizi, sostenendo l’innovazione, migliorando l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti e contrastando la corruzione.

Altro aspetto centrale delle raccomandazioni è quello relativo alla necessità di «rafforzare la resilienza economica alla luce delle sfide a lungo termine», rappresentate soprattutto dalle tendenze demografiche, dalle migrazioni e dai cambiamenti climatici: «Solo un’economia resiliente può garantire la convergenza economica a lungo termine e la riduzione delle disparità» osserva la Commissione.

La particolarità delle raccomandazioni 2018 rispetto alle precedenti si riscontra però nell’attenzione particolare alle questioni sociali, nell’ambito del Pilastro europeo dei diritti sociali istituito nel novembre 2017. Gli Stati membri sono così invitati a garantire la disponibilità di competenze adeguate, l’efficacia e l’adeguatezza delle reti di sicurezza sociale nonché a migliorare il dialogo sociale.

Ai Paesi dell’Ue è raccomandato inoltre di «intraprendere riforme in grado di preparare la forza lavoro per il futuro, con particolare riguardo alle future forme di lavoro e alla crescente digitalizzazione, di ridurre le disparità di reddito e di creare opportunità di occupazione, in particolare per i giovani».

Cosa sono le raccomandazioni specifiche

Le raccomandazioni specifiche per Paese rivolte agli Stati membri sono aggiornate ogni anno sulla base dei progressi compiuti e dell’evoluzione del contesto e rientrano nell’analisi e negli orientamenti definiti dalla Commissione europea nell’ambito del semestre europeo. Nel marzo scorso la Commissione ha presentato la sua analisi della situazione economica e sociale di ciascuno Stato membro, nell’ambito del cosiddetto pacchetto d’inverno 2018 del semestre europeo. Ad aprile gli Stati membri hanno presentato a loro volta i programmi nazionali di riforma e un aggiornamento delle loro strategie di bilancio sotto forma di programmi di stabilità (per gli Stati membri della zona euro) o di programmi di convergenza (per gli Stati membri non appartenenti alla zona euro). Le raccomandazioni si basano dunque su questi dialoghi con gli Stati membri, sui programmi presentati, sui dati forniti da Eurostat e sulle previsioni economiche di primavera 2018 della Commissione, pubblicate recentemente.

Ces: iniziativa buona ma non sufficiente

«La Commissione europea sta chiaramente spingendo un’agenda più sociale nella sua politica economica» ha osservato la Confederazione europea dei sindacati (Ces), secondo cui le raccomandazioni sul contenimento dei deficit pubblici sono in certa misura compensate da proposte di diritti e competenze sociali, mentre le raccomandazioni sulle politiche attive del mercato del lavoro «sono benvenute come investimento in posti di lavoro di qualità e a tempo pieno». Tuttavia, ha dichiarato la vicesegretaria generale della Ces, Katja Lehto Komulainen, «c’è ancora molto da fare per affrontare la disuguaglianza e l’ingiustizia sociale, e la forte enfasi sulle esigenze delle competenze deve essere accompagnata da più raccomandazioni su salari, disuguaglianze salariali, povertà lavorativa e lotta al lavoro precario».

La Confederazione europea dei sindacati ritiene infatti necessaria una maggiore crescita dei salari in tutta Europa, «non solo in Germania e nei Paesi Bassi», per questo considera «deludente» che non ci siano raccomandazioni sull’aumento dei salari minimi previsto per legge o sulla lotta alla pianificazione fiscale aggressiva.