Euronote- È necessaria un’Europa sociale

La Ces esorta l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali nell’Ue

Milano, 4.7.2022

In tempo di guerra ed emergenze di vario genere, con una crisi economica e sociale che per motivi diversi continua a colpire forte, i cittadini guardano alle istituzioni nazionali ed europee per essere rassicurati e tutelati nei loro diritti, soprattutto rispetto a situazioni di difficoltà ed estrema vulnerabilità quali la disoccupazione, la mancanza di reddito, l’esclusione sociale, la malattia o la non autosufficienza, cioè condizioni che ostacolano una vita dignitosa. L’Unione europea e i suoi Stati membri, allora, devono confermare e prolungare gli sforzi senza precedenti per superare l’impatto della pandemia e della guerra in Ucraina, in modo da affrontare efficacemente le sfide non del tutto nuove ma che si sono ingigantite nell’ultimo decennio. Il costante aumento della povertà e della disuguaglianza, infatti, conferma che le linee d’intervento adottate finora non sono riuscite a sviluppare una vera Europa sociale e che quindi devono essere rielaborate includendo un rigoroso e costante monitoraggio dell’impatto sulla vita reale dei cittadini. «Bisogna fermare l’austerità, il neoliberismo, le privatizzazioni e invertire le tendenze» sostiene la Confederazione europea dei sindacati ( CES ) che in una recente risoluzione del suo Comitato esecutivo ha delineato un piano d’azione per l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e il futuro della protezione sociale nell’Ue.

I cambiamenti demografici e altre tendenze globali stanno portando all’invecchiamento della popolazione e a una riduzione della forza lavoro, mentre accelerano cambiamenti nel mercato del lavoro con un aumento della precarietà e nuove esigenze dettate dalle transizioni digitale e verde. Si tratta di tendenze non nuove, osserva la Ces, ma «nonostante le minacce e l’impatto sociale negativo che presentano e gli avvertimenti dei sindacati, non sono state sufficientemente affrontate».

I sindacati europei ritengono dunque che un approccio globale alla costruzione di solide riforme dello stato sociale richieda un impegno maggiore per raggiungere gli obiettivi del Pilatro europeo dei diritti sociali, in particolare in merito alla protezione sociale e alla riduzione della povertà. Tutti i diritti contenuti nel Pilastro sociale devono essere perseguiti in modo integrato e coerente, «poiché si valorizzano a vicenda» sostiene la Ces, che chiede un maggior coinvolgimento delle parti sociali in tutte le fasi e lo sviluppo di una valutazione basata sui diritti e sui bisogni delle persone attuata attraverso indicatori in grado di rispecchiare le molteplici domande di protezione sociale. Per poter fare ciò, le autorità pubbliche «devono avere un ruolo maggiore nella fornitura di servizi pubblici e nel loro dovere di soddisfare i bisogni delle persone in situazioni di vulnerabilità e nel fornire servizi di alta qualità alle comunità» afferma la Ces, sottolineando che il Welfare deve essere riconosciuto come «una responsabilità primaria delle autorità pubbliche», quindi invertita la tendenze alla privatizzazione e privilegiate le partnership che assicurino la migliore qualità del servizio nell’interesse pubblico e non del profitto privato.

Richieste della Ces sullo stato sociale

Sul futuro della protezione sociale e dello stato sociale nell’Ue la Ces avanza varie richieste. Tra queste, appunto un ruolo più forte delle istituzioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale. Poi, da un lato maggiori e migliori livelli di occupazione a tutte le età, valutati soprattutto in relazione al miglioramento dell’indice di dipendenza economica, e dall’altro minore flessibilità nel senso di precarizzazione e liberalizzazione delle modalità di lavoro. I sindacati europei ritengono fondamentali anche l’apprendimento permanente, il coordinamento coerente tra istruzione formale e informale e l’educazione digitale integrata in un più ampio percorso formativo, così come si considerano necessarie politiche migratorie più eque e investimenti nelle persone come risposta alla contrazione della forza lavoro. Deve essere riconosciuto che il Welfare è «un motore per i diritti sociali per tutti, nonché un potente elemento dello sviluppo economico e della creazione di posti di lavoro di qualità» dichiara la Ces, chiedendo anche sistemi di previdenza sociale e tassazione più inclusivi e più equi, lotta all’illegalità e formalizzazione dell’economia sommersa, potenziamento delle risorse pubbliche per la protezione sociale contro tutti i principi di austerità e una revisione delle regole di governance economica europea considerando i diritti e i bisogni.

Servizi essenziali, questione di democrazia

In attesa di una Relazione della Commissione europea dedicata all’accesso ai servizi essenziali in tutta l’Ue, i sindacati europei sottolineano come l’approccio globale dell’Ue debba essere «non solo metodologico, ma sostanzialmente correlato agli sforzi richiesti per il progresso sociale, poiché è intrecciato con lo sviluppo economico e sociale sostenibile». Ricordando che l’mpegno politico intrapreso attraverso il Pilastro europeo dei diritti sociali «concede una serie di diritti, indipendentemente da un elenco ristretto e limitato, che è per lo più arbitrario», la Ces considera una «visione minimalista» quella adottata dalla Commissione volta a monitorare l’accesso ai servizi essenziali per i poveri, dal momento che il Pilastro sociale comporta standard qualitativi elevati: «Dobbiamo evitare il rischio che guardando solo ai servizi pubblici per i poveri, questi diventino giusti servizi pubblici scadenti». La maggior parte degli Stati membri ha infatti ridotto i servizi essenziali negli ultimi decenni, con un forte impatto soprattutto sulle famiglie a basso reddito e sui gruppi vulnerabili. La Ces ritiene inoltre «anacronistico» discutere di servizi essenziali come trasporti, infrastrutture digitali, alloggi e altri senza fare alcun riferimento a una transizione giusta, digitale e ambientale e ai quadri economici che dovrebbero alimentarli e vincolarli all’Agenda 2030 e al Pilastro sociale.

Non solo le famiglie a basso reddito stanno lottando per accedere ai servizi essenziali, osserva poi la Ces, sottolineando che i servizi essenziali sono una questione di democrazia e l’approccio politico dell’Ue e degli Stati membri nei confronti di tali servizi deve basarsi sui diritti umani.