Euronote – I nuovi vertici delle istituzioni europee

Milano, 19.7.2019

Sono stati definiti i nuovi vertici delle istituzioni europee, sulla base di accordi tra i leader degli Stati membri dell’Ue in seguito al Consiglio europeo svoltosi il 21 giugno e del voto dei gruppi politici eletti all’Europarlamento nelle elezioni del 26 maggio scorso. Per la presidenza della Commissione europea è stata indicata l’attuale ministra della Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, della Cdu, che dovrà ottenere l’approvazione del parlamento europeo probabilmente entro la metà di luglio, cioè prima della pausa estiva. A quel punto, se l’incarico sarà confermato, la presidente potrà procedere alla formazione della nuova squadra di commissari (uno per ogni Stato membro) che sarà poi sottoposta all’esame e al voto europarlamentare entro il 24 ottobre. Il socialista olandese Frans Timmermans e la social-liberale danese Margarethe Vestager saranno invece i vicepresidenti vicari della Commissione. Qualche giorno prima di quella scadenza, nel corso del Consiglio europeo che si terrà il 17 e 18 ottobre, i capi di Stato e di governo dell’Ue nomineranno d’intesa con la presidenza della Commissione il nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune, ruolo per cui è stato indicato l’attuale ministro degli Esteri spagnolo Joseph Borrell, membro del Psoe. Il 1° novembre, poi, entrerà in carica anche il nuovo presidente della Banca centrale europea, figura che è stata individuata nell’attuale direttrice del Fondo monetario internazionale, la francese Christine Lagarde. Alla presidenza del Consiglio andrà invece il premier liberale uscente belga Charles Michel, che assumerà l’incarico il 1° dicembre.

L’unico ruolo istituzionale europeo ad avere già incassato la proclamazione definitiva è però il nuovo presidente del Parlamento europeo, eletto il 3 luglio scorso al secondo scrutinio con 345 voti, 11 in più rispetto a quelli necessari per il quorum. Si tratta dell’italiano David Sassoli, deputato europeo da 10 anni e membro del gruppo Socialista e Democratico, che guiderà l’Europarlamento fino al gennaio 2022. Disoccupazione giovanile, migrazioni, cambiamenti climatici, rivoluzione digitale, nuovi equilibri mondiali sono alcuni dei temi prioritari indicati dal neopresidente che, ha detto, per essere governati «hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia». Sassoli si è detto onorato di essere stato scelto per guidare «l’Istituzione che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli».

Rilanciare il processo di integrazione

«Ha inizio una legislatura che gli avvenimenti caricano di grande responsabilità perché nessuno può accontentarsi di conservare l’esistente» ha esordito il nuovo presidente del Parlamento europeo nel suo discorso rilasciato in Plenaria a Strasburgo dopo la sua elezione. Secondo Sassoli, in questi mesi in troppi hanno scommesso sul declino del progetto europeo, alimentando divisioni e conflitti che si pensavano essere un triste ricordo della storia, ma «i cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi. Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue».

Coniugare crescita, protezione sociale e ambientale

Ricordando che le regole economiche europee devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente, il neopresidente ha sottolineato la necessità di istituire strumenti adeguati per contrastare le povertà, dare prospettive ai giovani, rilanciare investimenti sostenibili, rafforzare il processo di convergenza tra le regioni ed i territori. «La rivoluzione digitale sta cambiano in profondità i nostri stili di vita, il nostro modo di produrre e di consumare. Abbiamo bisogno di regole che sappiano coniugare progresso tecnologico, sviluppo delle imprese e tutela dei lavoratori e delle persone» ha dichiarato Sassoli, sottolineando poi come servano investimenti in tecnologie pulite «per rispondere ai milioni di giovani che sono scesi in piazza, e alcuni venuti anche in quest’Aula, per ricordarci che non esiste un altro pianeta». Inoltre, l’Ue deve lavorare per una sempre più forte parità di genere e un sempre maggior ruolo delle donne ai vertici della politica, dell’economia, del sociale.

Riformare il Regolamento di Dublino

«L’Europa si fonda sulle sue istituzioni, che seppur imperfette e da riformare, ci hanno garantito le nostre libertà e la nostra indipendenza. Con le nostre Istituzioni saremo in grado di rispondere a tutti coloro che sono impegnati a dividerci» ha ammonito il neopresidente, che si è poi concentrato sul delicato e attuale fenomeno migratorio. «Sull’immigrazione vi è troppo scaricabarile fra governi e ogni volta che accade qualcosa siamo impreparati e si ricomincia daccapo. Signori del Consiglio europeo – ha detto il presidente – questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo». Poi Sassoli si è rivolto ai giovani: «Considerate questo Parlamento, che oggi inizia la sua attività legislativa, come il vostro punto di riferimento. Aiutateci anche voi a essere più coraggiosi per affrontare le sfide del cambiamento». L’Europa, ha concluso il neopresidente dell’Europarlamento, «ha ancora molto da dire se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità».