Milano, 31.1.2017

La dimostrazione più evidente, secondo la Fai Cisl Lombardia, è il clamoroso ritardo nell’avvio dei bandi del Piano di sviluppo rurale, sia per la forestazione che per la viabilità montana, problema ingigantito dal mancato finanziamento della legge regionale 31/2008, il testo unico in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale. “Nella previsione del bilancio del 2017 – spiega Sora – si era addirittura deciso di azzerare il finanziamento per la gestione del Demanio regionale che fino al 2016 era di 300.000 euro per la gestione di 23.000 ettari di territorio e solo l’impegno messo in campo da più parti, oltre che dai vertici dell’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, ha permesso di recuperare un minimo di investimenti”. Le sollecitazioni sindacali sono state riprese lo scorso 8 novembre da una mozione urgente al presidente del Consiglio regionale firmata da consiglieri di tutti i gruppi, anche quelli di maggioranza, in cui si impegnava l’assessorato competente a dare urgente attuazione agli interventi previsti dal Piano di sviluppo rurale in tema di foreste. A pochi giorni di distanza anche i presidenti delle Comunità Montane lombarde hanno raccolto quell’appello, manifestando la loro preoccupazione in una lettera inviata al presidente della giunta regionale. “Da Palazzo Lombardia non è mai arrivato un segnale di attenzione, neanche di fronte ai 300 operai dei Consorzi forestali che hanno manifestato nel giugno scorso davanti alla sede del Consiglio regionale – sottolinea il segretario regionale Fai Cisl Lombardia -. Ad oggi, sono partiti solo due piccoli bandi, uno riguardante i servizi ambientali, l’altro la salvaguardia dei sistemi malghivi. Ma, è troppo poco”. La Fai Cisl Lombardia sollecita un intervento immediato da parte di Regione Lombardia. “Ulteriori rinvii nell’emanazione dei bandi e la burocrazia che grava sulle procedure per l’avvio dei lavori – conclude Sora – significherebbero un ulteriore anno di quasi inattività per 300 persone ritardando di molti mesi preziosi interventi a difesa del sistema idrogeologico del territorio montano lombardo. Per la Regione sarebbe una responsabilità gravissima”.