Milano, 14.5.2018
Da quasi un mese troviamo in programmazione La casa sul mare, il film che Robert Guédiguian ha presentato a Venezia. Un film, come recita il titolo,girato in un luogo aperto verso il mare e quindi verso il mondo. Nella casa si ritrovano tre fratelli ad accudire l’anziano padre quando dal mare arrivano i naufraghi, compresi tre bambini, che sconvolgono la loro vita. Gli abitanti della casa rappresentano in qualche modo il passato, i migranti il futuro. Il film quindi pone importanti questioni come quello dell’accoglienza e del confronto tra generazioni ma è anche una riflessione nostalgica e non retorica sul mondo che Guédiguian ha descritto parlando soprattutto del proletariato marsigliese. Ora però, come afferma il regista, “la lotta di oggi, quella che va al di là della nostra vita quotidiana e che si ricollega ad altre battaglie sul tema della condivisione della ricchezza, la ritroviamo nel nostro rapporto con i rifugiati”. Un film “politico” girato in modo splendido soffuso di una luce invernale che ben rende la tristezza della situazione, la disgregazione di una comunità e la scomparsa della classe operaia ma che non rinuncia a sperare, anche se in una realtà sempre più difficile, in un qualche futuro.