Ave Cesare

Milano, 4.4.2016

Divertire facendo riflettere. E’ questo l’obiettivo, riuscito, dei Fratelli Coen, con il film Ave, Cesare.

 

Il protagonista è un tuttofare con il compito di risolvere problemi nella Hollywood degli anni 50 dove si aggirano giornaliste alla ricerca dello scoop, una attrice incinta e non sposata che va protetta dagli scandali, ecc. Un lavoro che va sotto il nome di fixer che il nostro Eddie svolge con dedizione e passione in quella fabbrica dei sogni che è Hollywood. Il film è quindi una riflessione su un’epoca (ci sono anche i comunisti guidati da Marcuse) ma soprattutto l’omaggio a quelle persone che, senza mai apparire, tenevano in piedi il giocattolone e dovevano anche occuparsi di attori scomparsi come il protagonista di un film su Gesù rapito dai comunisti. Insomma risate in sala ma anche rispetto per il cinema anche se questo mondo di finzione si avvale di attori dalla fragile personalità finti come lo sono i fondali davanti ai quali si gira. Ma tale finzione, ricordano i fratelli registi, tiene grazie alla complicità del pubblico che ha fatto del divismo un sogno per evadere da una realtà che vedeva apparentemente alla vigilia di una guerra atomica. Solo che allora il comportamento scorretto provocava scandalo, oggi lo scandalo serve per farsi conoscere perchè, come diceva qualcuno, parlate di me bene o male, l’importante è che se ne parli. Il che dà il segno di quanto siamo caduti in basso. Il film è sui nostri schermi da quasi un mese… si consiglia di vederlo prima che scompaia nei dvd tradendo un poco la modalità di visione giusta per un cinema sul cinema.