Belli di papà

Milano, 11.11.2015

Molti ricorderanno la battuta nel 2007 di Padoa-Schioppa in merito ai bamboccioni: quello di mandarli fuori casa ad emanciparsi. Dai dati dell’Istat risulta che la situazione, rispetto ad allora è di molto peggiorata ed ora anche un film sui nostri schermi da una quindicina di giorni si occupa del problema. Si tratta della commedia Belli di papà per la regia di Guido Chiesa. La vicenda racconta di un imprenditore che fa credere ai figli di essere sull’orlo del fallimento e di dover fuggire con i figli, allevati nella bambagia, in Puglia dove la vecchia casa dei genitori li aspetta per essere ristrutturata. E questo significa lavorare e dimenticarsi della bella vita trascorsa. Il film si avvale di una sceneggiatura intelligente anche se non riesce a decollare totalmente ma se riesce a far pensare un risultato lo ha raggiunto. Guido Chiesa ci aveva già abituato, da buon documentarista, ad affrontare le tematiche del disagio giovanile e del rifiuto del lavoro salariato in Lavorare con lentezza ed anche le problematiche del lavoro con il documentario Non mi basta mai sullo sciopero dei 35 giorni alla Fiat e questa sua sensibilità si sente anche in un film imperfetto come questo.