Milano, 1.10.2019
Ecco un film che parla della diversità e dei problemi dati dall’arrivo di un bambino “down” in una famiglia democratica visti con gli occhi del fratello. Inizialmente l’accoglienza del neonato è entusiasmante perché la diversità vista dai bambini può essere anche occasione di fantasie diverse e di confronto per crescere. Ma quando si cresce e si arriva all’adolescenza, la presenza del diverso in famiglia rischia di essere visto come un qualcosa da tenere nascosto se non di cui vergognarsi. Mio fratello rincorre i dinosauri è questo; il racconto della crescita di un bambino e poi adolescente. Un racconto di formazione che il regista Stefano Cipani, qui alla sua opera prima anche se aveva già raccontato la disabilità in precedenti lavori venendo a contatto con bambini “speciali”, trae dal bel romanzo di Giacomo Mazzariol. E di questo romanzo autobiografico conserva l’ironia e la sensibilità nell’affrontare un tema come quello della disabilità rivolgendosi soprattutto al pubblico giovanile che, purtroppo, va al cinema solo in occasione dei film da multisala e con grande battage. Se un limite può essere questo strizzare l’occhio agli spettatori col rischio di banalizzare alcuni episodi, dall’altra è un invito a leggere la disabilità con occhi nuovi e senza pietismi e ciò rende merito all’opera del giovane regista di Salò.