I film dell’estate/2

Milano, 25.7.2016
 
L’estate al cinema può essere una occasione per gustarsi la visione di opere passate come delle meteore durante l’anno e riscoperte dalla programmazione oppure per programmare qualche serata divertente visionando film comunque non banali. In questa seconda parte vediamone alcuni.
 
Iniziamo consigliando un titolo uscito appunto in occasione della stagione estiva: Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini della cinquantenne regista americana Rebecca Miller. La regista, poliedrica artista, pittrice e scrittrice figlia di Arthur Miller,  dalla produzione cinematografica limitata  ma interessante, ha vinto premi importanti tra i quali  il ‘Cinematography Award’ ed il premio della giuria al Sundance Film Festival. La brillante commedia segue le vicende di Maggie, una insegnante madre di un bambino avuto da un antropologo  che ha lasciato la moglie senza rompere però i legami. Quando l’amore di Maggie va in crisi lei cercherà comunque di salvare l’unione dei due con un piano per rimettere insieme la coppia  Si tratta di una commedia che entra di diritto nel genere “rimatrimonio” che il cinema americano ha frequentato spesso con commedie brillanti e sentimentali. Qui  l’imprevedibilità dei rapporti sentimentali è reso molto bene ed i personaggi ben curati. Il ritmo scorrevole, i dialoghi arguti e ricercati ne fanno una delle proposte interessanti per l’estate.
 
Rimanendo nel genere commedia la programmazione ha riscoperto un film uscito a marzo: Il condominio dei cuori infranti una commedia surreale diretta da Samuel Benchetrit ed interpretata da Isabelle Huppert, Gustave Kervern e Valeria Bruni Tedeschi. Ambientato nella banlieue parigina il film immagina che un astronauta americano precipiti sul tetto di un condominio ed è l’occasione per descrivere le relazioni con coloro che vi abitano, una umanità varia descritta con grande tenerezza e compassione. Una classica commedia sociale con un misto di malinconia che pur nel degradato ambiente che descrive  trova storie meravigliose. Un film emozionante anche se, come hanno rilevato molti, il titolo italiano è fuori luogo in quanto non traduce l’originale  “Aspalthe” che ben illustra il degrado nel quale il film è ambientato.
 
 
 
Dalla commedia al dramma per consigliare Sole alto diretto dal croato Dalibor Matanic, una delle sorprese del festival di Cannes. Il film descrive la tragicità di un amore nel contesto del clima di guerra dei Balcani quando una coppia di giovani (lei serba e lui croato) si innamorano e decidono di lasciare i loro paesi. Al ritorno nelle rispettive case nel 2011 ritornano i conflitti ed il clima di odio portato dalla guerra degli anni 90. Si tratta di un film originale che sceglie di raccontare tre episodi che si svolgono, a 10 anni di distanza, negli stessi paesi nel frattempo sconvolti dalla guerra, dai suoi lutti e dalla disperazione che essa ha portato. Un grande film sulla discriminazione ma anche sulle conseguenze che essa porta senza mai entrare nella dimensione utopica e peccare di retorica. Insomma l’occasione per utilizzare le visioni estive per rivisitare i problemi della contemporaneità.