Il caso Spotlight

Milano, 14.3.2016
 
Ed eccoci al  premio Oscar come miglior film uscito nelle nostre sale da circa un mese ma rilanciato in quasi 300 sale, anche se con incassi non molto soddisfacenti, dopo l’affermazione durante la notte degli Oscar. Si tratta de Il caso Spotlight, diretto da Tom McCarthy, che dopo una carriera decennale come attore, nel 2003 si è dedicato alla regia ottenendo  dei buoni risultati. Il film ci porta a Boston nella redazione del Boston Globe nell’anno delle torri gemelle. In quel 2001 è arrivato un nuovo direttore che trova una bella squadra di giornalisti investigativi chiamata appunto “Spotlight”. Lui ebreo si trova alle prese con una vicenda di  abusi sui giovani da parte di un sacerdote ed impegna il team sul caso. Esso si svilupperà ulteriormente fino a travolgere la diocesi e la Chiesa Cattolica tutta. Il film è girato in modo sostanzialmente corretto rispettando le regole di una indagine giornalistica ed anche l’argomento che non era facile da sviscerare senza cadere nell’ideologico o nel pruriginoso. Un film quindi utile sia per ricordare le vittime di quello scandalo ma anche l’importanza della libertà di stampa scevra da condizionamenti sia politici che religiosi. Si aggiunga una capacità di coinvolgimento dello spettatore grazie sia ad una bella sceneggiatura (premiata anch’essa con l’Oscar) che ad attori convincenti e si ha un modello di cinema civile che non guasta in tempi come questi.