Il giovane favoloso

Milano, 27.10.2014

 

Dopo Noi credevamo Mario Martone ci regala un altro film affascinante ma complesso e di non facile lettura, soprattutto se utilizzato nelle scuole per “spiegare” Leopardi. Il giovane favoloso è un film sulla curiosità ed è anche uno sguardo anomalo su un’epoca. Girato in tre parti che corrispondono a tre momenti cruciali della vita del poeta ne mette in evidenza la sua modernità e la sfida nei confronti di una società autoritaria e bigotta. Anche l’infelicità, che nasce dalla constatazione di una realtà tragica e di un’epoca buia, per il nostro eroe diventa un diritto rivendicato nei confronti dei circoli intellettuali che ammantano di ottimismo la visione sociale. In questo modo la poesia di Leopardi diventa una rivendicazione di un diritto: quello alla bellezza,  come insegna Pietro Giordani durante una sua breve visita a Recanati. Il film mette in evidenza le emozioni ed i sentimenti più che la biografia ed infatti i personaggi sui quali si sofferma sono, oltre al padre Monaldo, l’amico Antonio Ranieri e  Fanny Targioni Tozzetti, la aristocratica della quale si invaghisce senza esserne ricambiato. Infine c’è il diritto ad avere un corpo fragile e deforme reso in modo splendido dalla monumentale interpretazione di Elio Germano. Insomma un film profondo, tutt’altro che accademico e didattico. Martone ci stupisce ancora una volta dimostrando di essere uno dei maggiori registi del nostro cinema che, come il suo Leopardi, sa gettare lo sguardo oltre la siepe.