Il museo di Margaret

Milano, 19.3.2015
 
REGIA: Mort Ransen SCENEGGIATURA: Mort Ransen, Gerald Wexler FOTOGRAFIA: Vic Sarin MONTAGGIO: Rita Roy MUSICHE: Milan Kymlicka INTERPRETI: Helena Bonham Carter, Peter Boretski, Kate Nelligan, Kenneth Welsh, Clive Russell, Craig Olejnik, Andrea Morris PRODUZIONE: Malofilm Communication – Ranfilm/Imagex/Tele-Action/Skyline DISTRIBUZIONE: Malofilm Communication (1998)  DURATA: 117 Min
E’ il 1940. Il villaggio di CapeBreton in Nuova Scozia vive in simbiosi con quella miniera che è insieme fonte di vita e di lutto per le famiglie del posto. Dopo aver perso padre e fratello nelle viscere della terra ed aver trasformato la propria casa in una sorta di reliquiario, la giovane Margaret MacNeil ha preso una decisione solenne: meglio lo zitellaggio che legarsi ad un uomo costretto a rischiare la vita sottoterra per il pane… Scelta eccentrica per chi vive in un paese di minatori: ma quando incontra Neil, un suonatore di cornamusa dai modi gentili, cede alla sensibilità ed al fascino dell’uomo. La loro è un’unione felice, ma un destino crudele è in agguato: perso il lavoro e consumati i risparmi, a Neil non resta che scendere nel “tunnel” con gli altri…
 
Unico film arrivato in Italia del regista e sceneggiatore canadese, Il museo di Margaret è il racconto sulle vicende di una ragazza che vive la drammaticità della presenza della miniera e del lavoro che uccide e dove la morte è diventata la norma.
 
La critica
Tratto da “Il museo dei minatori di Glace Bay” e altri racconti di Sheldon Currie, sceneggiato dal regista con Gerald Wexler, ambientato nell’isola di Cape Breton (Nuova Scozia) sull’Atlantico alla fine degli anni ’40, quando le miniere di carbone erano l’unica risorsa di vita: come Margaret MacNeil (H. Bonham Carter), figlia e nipote di minatori, sposò il gigantesco Neil Currie (C. Russell, m 1, 97), musicista, poeta e bevitore e come visse felice fino al giorno in cui anch’egli andò a lavorare sotto terra. Una bella storia di amore e di morte con gli attori giusti, struggenti melodie gaelichecompetente e tradizionale professionismo da un regista televisivo. La spiegazione, scozzesi e irlandesi, paesaggi suggestivi, messa in immagini con  del titolo avviene, a sorpresa, nel terribile, delirante, polemico epilogo. Molti premi canadesi e internazionali (tra cui due al Festival di San Sebastian 1997) al film e alla sua ottima protagonista. (M. Morandini)

 

Anni Quaranta in un paesino della Nuova Scozia. Margaret ha costruito un suo personale museo-reliquiario con i ricordi di tutti i familiari morti in miniera. Quando si innamora di un suonatore di cornamusa pretende che le prometta che non entrerà mai in miniera. Non sarà così e la tragedia si ripresenterà. Un Helena Bonham Carter perfettamente in parte consente a Ransen di fare un film come non se ne vedono più da tempo, drammatico e commovente al punto giusto. (Giancarlo Zappoli – Mymovies)