L’articolo 2

Milano, 3.6.2014
 
Regia  Maurizio Zaccaro  Aiuto regista  Pier giorgio Gay Sceneggiatura Maurizio Zaccaro   Fotografia  Pasquale Rachini  Musica  Alessio Vlad  Claudio Capponi Interpreti Mohamed Miftah  Ben Abdallah Rabia  Naima El Mcherqui  Susanna Marcomeni  Fabio Bussotti  Fabio Sartor  Massimo Mesciulam  Claudio Caramaschi Produzione Bambu Cinema Durata 96’
 
Said Kateb, algerino, vive in un quartiere da poco sorto nelle campagne dell’hinterland milanese con la moglie Malika e i tre figli. Said è un immigrato della prima generazione con tutti i permessi in regola, quindi “diverso” rispetto ai tanti immigrati semiclandestini e disperati di oggi. Difatti, pur essendo musulmano, è decisamente integrato: ha un lavoro e con il suo stipendio può mantenere la famiglia e anche spedire, di tanto in tanto qualche risparmio a casa, in Algeria. La sua è un’esistenza fatta di fatica ma anche di grande dignità e fierezza e i suoi compagni di squadra, con i quali lavora agli scavi per una nuova linea della metropolitana, lo apprezzano e lo rispettano. Suo figlio Mohamed frequenta, come tutti i suoi coetanei, la seconda elementare, salvo l’ora di religione dalla quale è esonerato, essendo musulmano. A parte questo è un bambino come gli altri, benché a volte debba subire lo scherno di alcuni amichetti che non sorvolano sulla diversità del suo aspetto. La vita di Malika, di Rabia e della piccola Lamia si svolge, così come avverrebbe in Algeria, prevalentemente fra le mura di casa. Il legame con il paese d’origine è forte ed evidente, ostentato quasi con orgoglio, soprattutto nel rispetto delle abitudini e dei rituali, come quello delle preghiere quotidiane alle quali Said, invece, non si unisce. Alla morte del vecchio padre di Said, un’altra donna con tre figli lascia la casa di Ain Safra, in Algeria, per andare a raggiungere Said in Italia…….
 
Uno dei primi film sui problemi degli emigranti extracomunitari in Italia seppur parzialmente riuscito.
 
LA CRITICA
 
“Al suo terzo lungometraggio Zaccaro, pagati i debiti d’ispirazione, sembra aver imboccato una strada più personale con questo film dai vibranti contenuti sociali, in cui però non riesce del tutto ad evitare qualche sottolineatura superflua.” (Segnocinema).
 
A Zaccaro va riconosciuto il merito di offrire, nella prima parte del film, un ritratto piuttosto articolato del fenomeno immigrazione, di come esso viene percepito in Italia, delle idee, delle emozioni e delle reazioni contrastanti che suscita il contatto con realtà e culture esogene.  Nella vicenda di Said e dei suoi familiari scene di razzismo e violenza (come l’aggressione notturna) si alternano a dimostrazioni di affetto e solidarietà (come il sostegno dato dai lavoratori italiani verso il compagno immigrato). Talvolta nè l’uno ne’ l’altra si manifestano: indipendentemente dall’atteggiamento dei personaggi è purtroppo l’ignoranza che orienta le azioni ed i discorsi, anche degli amici. L’ignoranza è terreno fertile per il proliferare di rigidi stereotipi che occludono, anziché sostenere, la comprensione.  Se nella prima parte L’articolo 2 non esaspera i toni e costruisce una rappresentazione che riconosce le differenze, si alimenta dei contrasti (basti pensare all’uso ripetuto ed insistito del montaggio alternato), alla fine esso si trasforma, appoggiandosi ad una tragica svolta diegetica, in un forzato pamphlet.(Caterina Pardi)