Mi sdoppio in 4

Milano, 29.4.2015
 
REGIA: Harold Ramis SCENEGGIATURA: Chris Miller, Babaloo Mandel, Lowell Ganz, Mary Hale FOTOGRAFIA: László Kovács MONTAGGIO: Craig P. Herring, Pembroke J. Herring  MUSICHE: George Fenton INTERPRETI: Michael Keaton, Andie MacDowell, Harris Yulin, Richard Masur, Eugene Levy, Obba Babatundé, Ann Cusack, John de Lancie, Brian Doyle-Murray, Suzanne Harrington, Judith Kahan, Steven Kampmann, Kari Coleman, Robin Duke, Zack Duhame, James Piddock, Glenn Shadix, Skip Stelllrecht, Dennis R. Lyell, Dawn Maxey, Robert Ridgely, Katie Schlossberg, Julie Rowen, Michael Milhoan PRODUZIONE: Trevor Albert, Harold Ramis
DISTRIBUZIONE: Columbia Tristar Film Italia  DURATA: 110 Min
 
Doug Kinney ha moglie, due figli, un lavoro impegnativo e non riesce a trovare il tempo per conciliare le cose che vorrebbe fare. Un giorno incontra un esperto in genetica, il dottor Owen Leeds, che gli prospetta l’opportunità di recuperare il controllo della sua vita facendosi clonare, cioè riproducendo se stesso. Dopo molte esitazioni, Doug accetta l’esperimento: si ritrova così con una sua copia con la quale comincia a convivere. Ma, passato il primo periodo, si verifica che due Doug non bastano, perché nel frattempo la moglie di Doug, Laura, ha iniziato a lavorare e non vuole più essere l’unica a seguire i figli. Nasce così un Doug tre, e poi un Doug quattro, ma il terzo è sempre meno uguale al primo, e anzi l’ultimo è svitato e fuori di testa. Doug l’originale non è più in grado di controllare la situazione…
 
Il rapporto tra lavoro e famiglia in una riuscita commedia degli equivoci che affronta il problema del tempo. Un film sulla frustrazione del lavoro e del rapporto con la famiglia risolto apparentemente con dei cloni ma che richiede altre sistemazioni.
 
LA CRITICA
 
“Divertente e ben scritto (però il pubblico statunitense l’ha rifiutato), “Mi sdoppio in 4” si inserisce in quel filone di commedia paradossale che Ramis rinverdì con “Ricomincio da capo” anch’esso interpretato da Andie MacDowell.” (Michele Anselmi, L’Unità, 9/11/1996)
 
“Ramis porta alle estreme conseguenze la scissione e il conflitto di personalità e gestisce con ritmo e fantasia gli scambi di persona e gli equivoci a catena che i quattro Doug mettono inevitabilmente in moto con frenetici trasformismi ( i tre cloni che vivono nel garage si alternano continuamente a Doug, restituendolo di volta in volta a Laura con contraddizioni, vuoti di memoria, cambi improvvisi di umore) ed effetti esilaranti di ‘screwball comedy’ anni ’40 (lo scambio delle coppie al ristorante).” ( Alberto Castellano, Il Mattino, 17/11/1996)
 
Doug Kinney (Keaton), uomo d’affari di successo, padre e marito devoto, ha una moglie, Laura (MacDowell) che lo adora e un lavoro impegnativo. Ha un unico problema, le cose da fare sono davvero troppe e il tempo per farle si assottiglia sempre di più. Doug incontra un esperto di genetica il dottor Owen Leeds (Yulin), che gli offre l’opportunità di farsi clonare. Con un cinema fotocopia, l’ex “ghostbuster” Ramis tenta di bissare il successo di “Ricomincio da capo”. Il risultato è gradevole, grazie a Lowell Ganz e Babaloo Mandel, dialoghisti di talento e autori di memorabili battute. Efficaci gli effetti speciali curati da Richard Edlund. (FilmTv)
 
In Doug Kinney si riassumono le ansie e le alienazioni dell’uomo moderno: l’insoddisfazione per una routine quotidiana scandita implacabilmente tra orari di lavoro e problemi di casa; il sogno represso della libertà dalle convenzioni; il desiderio di una dimensione esistenziale personale e indipendente. Quando si presenta la possibilità di sdoppiarsi, Doug sente che la felicità è a portata di mano, ma anche i sogni più belli presentano il rovescio della medaglia. I cloni, ciascuno dei quali ha una particolare attitudine, vivono nascosti in una dependance sopra il garage di Doug ed entrano in scena al suo posto di volta in volta che le circostanze lo richiedono. Purtroppo, però, ogni copia è leggermente diversa: e queste differenze, all’inizio impercettibili, con l’andare dei giorni moltiplicano le preoccupazioni invece di sgomberarle. In una girandola di situazioni comiche e paradossali, il povero Doug finirà con il rimpiangere la vita anonima ed incolore che prima conduceva. La simpatica Andie MacDowell tratteggia con disinvoltura i progressivi stupori e i dubbi di Laura alle prese, in casa e a letto, con gli insoliti mariti e Michael Keaton conferma le doti di interprete bravo e intelligente conferendo a ciascun Doug un’originale impronta psicologica. Notevole è il lavoro di ricomposizione digitale di immagini sovrapposte con la computer graphic di Richard Edlund (quattro volte premio Oscar per la trilogia di Guerre Stellari e per I predatori dell’arca perduta) che quadruplica il personaggio nella stessa inquadratura infondendo alla magia delle illusioni quel realismo e quella perfezione che il cinema ha sempre rincorso fin dai tempi di Méliés. (Fantafilm)
 
DICHIARAZIONI DEL REGISTA
Voglio fare il regista ma essere anche un buon padre per i miei figlie un buon compagno per mia moglie e, come se non bastasse, vorrei fare il giro del mondo in barca a vela …. Capita a tutti di avere più ruoli, e di cercare di portarli avanti tutti. Ci sono parti della nostra personalità che sono perennemente in conflitto con altre. Mi è piaciuta molto l’idea di andare a vedere cosa succede quando queste diverse personalità in conflitto si scatenano.