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Piccola rassegna su cinema ed emigrazione

Milano, 16.12.2016
 
In occasione della Giornata internazionale del migrante, il prossimo 18 dicembre, vi proponiamo un estratto di una piccola rassegna “a tema”. Queste brevi schede non vogliono certamente essere esaustive su un tema che vede nuove pellicole in sala ma possono essere intese come uno stimolo per approfondire, anche cinematograficamente, alcune problematiche legate all’immigrazione che il cinema ha affrontato nella sua storia. Abbiamo preferito inserire titoli che sono disponibili in dvd anche se molti sono le esclusioni per evidenti ragioni di spazio e per non sovraccaricare ulteriormente l’elenco.


Per la versione integrale della “Piccola rassegna su cinema ed emigrazione”, a cura di Enrico Zaninetti, potete scaricare il seguente pdf. 

Download documento Rassegna Film sul cinema e l’emigazione
Cisl Lombardia – (1.40 MB)
 
 

 
IMMIGRAZIONE ITALIANA ALL’ESTERO
 
Sacco e Vanzetti    
 
Regia di Giuliano Montaldo, Italia/Francia-1971, col., 111 min., interpreti principali: Gian Maria Volonté,
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano due poveri emigrati italiani, uno calzolaio, l’altro pescivendolo, che, nel 1927, negli Stati Uniti, furono ingiustamente mandati sulla sedia elettrica sotto l’imputazione di omicidio e rapina, dopo sette lunghi anni di processi, polemiche, ricorsi che però dimostrarono poco o nulla della loro colpevolezza. Errore giudiziario fra i più gravi, provocato non tanto dalla difficoltà del caso – pochissimi testimoni riconobbero gli imputati e molti di essi, alla fine, ritrattarono – quanto piuttosto dal clima di xenofobia che regnava a quei tempi negli Stati Uniti e dalla circostanza che, essendosi i due professati anarchici, l’imparzialità dei giurati venne offuscata, ad un certo momento, da una decisa animosità politica (G.L. Rondi)
 
L’IMMIGRAZIONE INTERNA
 
Rocco e i suoi fratelli      
 
Regia di Luchino Visconti, Italia/Francia-1960, bn, 116 min., interpreti principali: Alain Delon, Renato Salvatori, Katina Paxinou. 
Ispirato ai racconti di Testori. Una famiglia di contadini lucani si trasferisce a Milano negli anni del boom economico e si disgrega, nonostante gli sforzi della vecchia madre per tenerla unita. Nelle cadenze di un romanzo di ampio respiro narrativo con ambizioni tragiche e risvolti decadentistici, è il più generoso dei film di L. Visconti, quello in cui, con qualche schematismo, passioni antiche e problemi moderni sono condotti a unità. La congerie delle numerose e talvolta contraddittorie fonti letterarie trova ancora una volta il suo punto di fusione nel melodramma, nella predilezione per i contrasti assoluti. Quella dell’Idroscalo è una delle più tipiche scene madri di Visconti. Osteggiato dai politici e bersagliato dalla censura, è il solo film di Visconti che incassò nelle sale di seconda e terza visione più che in quelle di prima, in provincia più che nelle grandi città. Premio speciale della giuria alla mostra di Venezia. La vicenda giudiziaria continutò fino al 1966 quando Visconti fu assolto in modo definitivo. Nel 1969 la censura ribadì il divieto ai minori di 18 anni e nel 1979 fu allestita una nuova edizione per il passaggio in TV con altri tagli e taglietti. (M. Morandini)
 
GLI IMMIGRATI IN ITALIA ED IN EUROPA
 
Dheepan – Una nuova vita
 
Regia di Jacques Audiard, Francia 2015 , 109 min Interpreti principali:  Vincent Rottiers, Marc Zinga, Jesuthasan Antonythasan, Kalieaswari Srinivasan
Dheepan è un combattente Tamil, che fugge dalla guerra che dilania lo Sri Lanka e cerca asilo in Francia come rifugiato politico, presentandosi come marito e padre di due compagni in fuga. Alla periferia di Parigi, inizia a lavorare come custode di un complesso residenziale in rovina ma il suo tentativo di vita normale viene infranto da una violenta gang di trafficanti di droga, che dettano legge in zona. A malincuore, l’ex guerriero sarà costretto a fare una scelta sul prendere un percorso ancora più violento di quello di un tempo.  I   personaggi, pur trovando la forza di non soccombere alla miseria o alla discriminazione, nulla possono contro la guerra – di banlieue, tra spacciatori di droga – che ha per teatro il condominio dove vanno a vivere. È questo che fa di Dheepan un film importante quanto inesorabile e lucido nel suo pessimismo: il coraggio di rimpiazzare l’idea comune quanto inconsistente che la tolleranza sia il farmaco capace di curare la violenza dei nostri tempi con la consapevolezza che gli uomini hanno la guerra dentro di loro, come un virus in incubazione pronto ad esplodere senza preavviso, alla prima occasione. (Leonardo Gandini – CineforumWeb)
 
IL RAZZISMO E L’INTEGRAZIONE
 
Le donne del 6° piano
 
Regia di Philippe Le Guay, Francia 2011, 106 min, interpreti principali: Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas
Parigi, 1960. Jean-Louis Jobert conduce la sua piatta vita di esperto finanziario vivendo con la moglie Suzanne e ricevendo ogni tanto la visita dei due figli mandati a studiare in collegio. Nella soffitta (definirla mansarda costituirebbe un eufemismo) vive un gruppo di donne spagnole spesso maltrattate dalla portinaia. Jean-Louis non si cura di loro fino a quando la vecchia governante non si licenzia per divergenze con Suzanne. Viene assunta la nipote di una delle iberiche, Maria, appena arrivata da Burgos. Jean-Louis comincia ad interessarsi a lei e, per traslato, alla vita delle sue compatriote che decide di aiutare nelle loro difficoltà quotidiane. Il cinema francese ha, tra le qualità che anche i più ostinati detrattori non possono non riconoscergli, quella di saper portare sullo schermo commedie la cui apparente leggerezza si rivela tale da farle apprezzare dal pubblico più vasto ma che, osservate con attenzione, si rivelano più significative di quanto non appaia a un primo sguardo superficiale. Quando poi si hanno a disposizione lo sguardo e il sorriso di un attore come Fabrice Luchini il gioco risulta ancora più facile (Giancarlo Zappoli – Mymovies)
 
Indovina chi viene a cena
 
Regia di Stanley Kramer, USA 1967, colore, 108 min, interpreti principali: Sidney Poitier, Katharine Hepburn, Spencer Tracy, Cecil Kellaway, Katharine Houghton.

 

Il cinema non aveva mai trattato lo spinoso problema dei matrimoni misti. Le difficoltà erano evidenti. Kramer ci provò, con molta cautela, affidandosi a due “testimoni” al di sopra di tutto: Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Sono due genitori molto particolari. Matt e Christina Drayton rivedono la figlia di ritorno dalle Hawaii che, senza tanti preamboli, annuncia che sta per sposare un uomo di colore. Il padre della ragazza è proprietario di un giornale, la madre possiede una galleria d’arte, l’ambiente è una stupenda casa che guarda la baia di San Francisco. Il promesso sposo è un medico molto importante, con mille titoli accademici ed è… Sidney Poitier. Per un operaio di colore in una vicenda ambientata in Alabama doveva passare ancora qualche anno. I genitori naturalmente sono sconvolti, ma sono civili, umani e di vedute molto aperte. Meno facili sono i genitori di Poitier, diffidenti e quasi razzisti. Il problema fa emergere anche sensazioni lontane. Alla fine naturalmente tutto finisce bene; tutti si comportano alla perfezione. La storia dolcemente manierata, ma inedita nei film, rappresenta qualcosa di molto importante, anche se il filtro è quello della tradizione hollywoodiana del lieto fine. (Mymovies)
 
 
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