Fnp Csl Lombardia: Rsa, conto sempre più salato, e crescono i posti letto “privati”

Pubblicati i dati dell’Osservatorio dei pensionati Cisl

Milano, 20.4.2022

In Lombardia, le famiglie e i pazienti delle Rsa nel 2020 hanno speso il doppio di quanto abbia stanziato la Regione (un miliardo e 600 milioni di euro contro 860 milioni), e i soldi vanno a finanziare strutture che sono per la quali totalità private (664 contro 48 pubbliche) e poco meno della metà non appartengono a proprietà Onlus. I posti letto contrattualizzati sono cresciuti di due sole unità rispetto allo scorso anno e sono calati di circa 700 rispetto a cinque anni fa, mentre i posti solventi (cioè a totale carico di famiglie e pazienti) sono aumentati di 385 unità in un solo anno. Infine, la media delle rette pagate dalle famiglie è cresciuta di un euro e mezzo al giorno e di quasi 7 in cinque anni.
Sono solo alcuni dati dell’ultimo “Report sulla non autosufficienza e le Rsa in Lombardia” a cura dell’Osservatorio della Fnp Cisl regionale. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2021, hanno esaminato le 712 strutture presenti sul territorio regionale con un totale di 65.512 posti letto autorizzati (+579 rispetto al 2020); di questi, 57.512 sono contrattualizzati (ovvero riconosciuti da Regione Lombardia con regolare contratto e finanziati per la parte relativa alla spesa sanitaria dal Fondo Sanitario Regionale).

LE RETTE OSCILLANO TRA I 54,12 E I 91,95 EURO AL GIORNO

Il costo della retta nelle Rsa è uno dei temi maggiormente delicati: in assenza di vincoli normativi, le tariffe variano di molto nelle diverse strutture. I dati dell’Osservatorio mostrano un’enorme volatilità per quanto riguarda la parte della retta pagata dall’ospite: la differenza va da una retta minima media di 54,12€ al giorno nell’Ats Montagna fino ad una retta media massima di 91,95€ al giorno nell’Ats Città Metropolitana di Milano.
L’indagine ha inoltre provato a calcolare a quanto ammonti la spesa sostenuta da una persona ricoverata in una Rsa lombarda: si aggira attorno a circa 25mila € all’anno. Moltiplicando tale cifra per il totale dei posti letto autorizzati (65.512), si può dedurre che la spesa complessiva annua in Lombardia a carico delle persone e famiglie ammonti a circa 1,6 miliardi di €. Se si paragona questa cifra, con la quota che paga Regione Lombardia (869,5 milioni €), il confronto risulta chiaro.

Il quadro complessivo che emerge permette di svolgere analisi anche a livello politico e di governance per l’intero settore della non autosufficienza. Secondo Osvaldo Domaneschi, segretario generale della Fnp Cisl Lombardia il momento per intervenire in maniera decisa su questo settore è quanto mai favorevole: “Arriviamo da due anni di pandemia – afferma – dove le Rsa sono state al centro del ciclone mediatico e gli anziani, soprattutto nella prima fase più acuta, sono stati una delle categorie maggiormente esposte. Inoltre, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’occasione per riformare il settore della non autosufficienza è quanto mai propizia con risorse dedicate, investimenti previsti e una legge sul settore che sta per essere varata”. “Anche Regione Lombardia – aggiunge – dovrà svolgere la propria parte, riprendendosi il ruolo centrale e di reale governo di questo settore, ponendosi come facilitatore per inaugurare una vera stagione di dialogo tra i diversi soggetti che afferiscono al mondo Rsa: enti gestori, associazioni di rappresentanza, ospiti, famiglie, lavoratori, organizzazioni sindacali, enti locali”.
“L’assessorato al Welfare regionale – conclude il segretario generale Fnp Cisl Lombardia – dovrebbe poi operare per semplificare le modalità di accesso, assicurare la massima trasparenza e il controllo sui servizi erogati e le rette praticate dalle Rsa. Dovrà riordinare la classificazione dell’utenza, garantire finalmente, un sostegno economico per gli ospiti e le famiglie e sostenere i lavoratori sanitari e sociosanitari delle strutture”.