Formazione professionale, Aef contro la riduzione delle risorse

Milano, 19.2.2015
 
“Con le decisioni che la giunta ha varato nel pomeriggio di ieri su proposta dell’assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro Valentina Aprea,  Regione Lombardia anticipa ancora una volta il governo centrale, questa volta nel programmare una severa discontinuità ed un ridimensionamento del proprio sistema di istruzione e formazione professionale conosciuto, a ragione, come il migliore del nostro paese”. E’ quanto afferma in una nota l’associazione degli enti di formazione professionale della Lombardia, che manifestando la propria “netta contrarietà all’ulteriore aggravamento delle condizioni operative”, critica “l’improvvisa decisione di estendere immediatamente a tutti gli allievi di prima, seconda e terza annualità la diversificazione del valore unitario corrisposto per ogni allievo, cioè una riduzione nel 60% dei casi”. L’inevitabile conseguenza di questa scelta, secondo Aef, sarà che le attività già programmate per le classi seconde e terze secondo criteri di spesa invariati negli ultimi dodici anni non potranno essere realizzate nelle modalità convenute attraverso il patto formativo con gli allievi e con le famiglie, così come dovranno essere messi in discussione gli stessi livelli occupazionali e l’applicazione del livello regionale del contratto nazioala eapplicato ai lavoratori dipendenti. 
Il contesto della formazione professionale complessivo di questo settore formativo, dove la richiesta di accesso da parte delle famiglie è in continua crescita (ad oggi si registrano infatti iscritti per il 115% dei 12.500 posti disponibili nelle classi prime), viene quindi “arricchito” di una ulteriore riduzione dei finanziamenti che si aggiungono ai già comunicati interventi di: eliminazione del finanziamento per le quinte annualità (-100%); restrizione dell’offerta formativa per le quarte annualità (-35%); introduzione di una penalizzazione del budget qualora non fosse raggiunta la quota obbligatoria di allievi in apprendistato di primo livello (-5%); riduzione del numero massimo di disabili certificati inseribili in ogni classe e l’eventuale riduzione della quota a fronte di un numero maggiore di richieste, con il risultato di una riduzione complessiva delle risorse stanziate non sopportabile a parità di servizi erogati dagli enti accreditati.