Milano, 19.3.2015

E’ il 1940. Il villaggio di CapeBreton in Nuova Scozia vive in simbiosi con quella miniera che è insieme fonte di vita e di lutto per le famiglie del posto. Dopo aver perso padre e fratello nelle viscere della terra ed aver trasformato la propria casa in una sorta di reliquiario, la giovane Margaret MacNeil ha preso una decisione solenne: meglio lo zitellaggio che legarsi ad un uomo costretto a rischiare la vita sottoterra per il pane… Scelta eccentrica per chi vive in un paese di minatori: ma quando incontra Neil, un suonatore di cornamusa dai modi gentili, cede alla sensibilità ed al fascino dell’uomo. La loro è un’unione felice, ma un destino crudele è in agguato: perso il lavoro e consumati i risparmi, a Neil non resta che scendere nel “tunnel” con gli altri…
Unico film arrivato in Italia del regista e sceneggiatore canadese, Il museo di Margaret è il racconto sulle vicende di una ragazza che vive la drammaticità della presenza della miniera e del lavoro che uccide e dove la morte è diventata la norma.
La critica

Anni Quaranta in un paesino della Nuova Scozia. Margaret ha costruito un suo personale museo-reliquiario con i ricordi di tutti i familiari morti in miniera. Quando si innamora di un suonatore di cornamusa pretende che le prometta che non entrerà mai in miniera. Non sarà così e la tragedia si ripresenterà. Un Helena Bonham Carter perfettamente in parte consente a Ransen di fare un film come non se ne vedono più da tempo, drammatico e commovente al punto giusto. (Giancarlo Zappoli – Mymovies)