Immigrazione, Cisl Lombardia: abolire i decreti Salvini

Milano, 24.10.2019

Gli stranieri residenti in Lombardia sono impiegati in settori a bassa valenza professionale, con salari spesso insufficienti al mantenimento della famiglia, e faticano ad accedere ai servizi di welfare. Il 73,5% della popolazione immigrata ha un’età compresa tra i 18 e i 64 anni e, stanti le attuali dinamiche demografiche, la sua presenza sarà di fatto cruciale per la stabilità del sistema previdenziale non solo lombardo ma anche italiano. Il contributo degli immigrati al Pil lombardo, sia in termini di produzione che di consumi, e alle entrate erariali è già oggi rilevante. Gli immigrati rappresentano l’11,2% dei contribuenti lombardi e il loro apporto è decisivo per la stessa sostenibilità economica dei servizi regionali e comunali. Ma, allo stesso tempo, sono discriminati nell’accesso ai servizi e nel mercato del lavoro. Un esempio? Gli stipendi medi dei lavoratori stranieri sono pari a 1.158 euro, rispetto ai 1.483 euro degli italiani: il 21,9% in meno.
Tutti i dati regionali e nazionali, raccolti nel Dossier Statistico Immigrazione 2019, sono stati presentati oggi a Milano – e in contemporanea a Roma per il livello nazionale – dal centro ricerche Idos, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil della Lombardia.

“E’ nostra convinzione – commenta Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia – che sia necessario non solo superare i decreti Salvini abolendoli, ma riformulare integralmente la legislazione italiana in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza perché quella vigente, anziché promuovere integrazione ed inclusione sociale come principali elementi per la sicurezza e la coesione, ha prodotto un sistema inefficace e discriminatorio, sgovernando il sistema nel suo complesso: le regole, la rete pubblica dell’accoglienza e delle tutele nel territorio, con gravi limitazioni dei diritti delle persone, la loro sicurezza, dignità e garanzia di accesso a servizi di base”.