Milano, 9.2.2016
Primi segnali di ripresa dell’industria metalmeccanica lombarda, anche se la situazione resta ancora difficile. Diminuisce il ricorso alla cassa integrazione ordinaria: -36,6%. In calo anche la cassa integrazione straordinaria (-33,41%) e la mobilità, che vede coinvolte 56 aziende e 1.574 licenziamenti (contro i 2.490 nel semestre precedente). Complessivamente le aziende metalmeccaniche in crisi sono 1.084 (1.637 nel 1° semestre 2015) e 27.311 i lavoratori, contro i 42.609 del semestre precedente. E’ quanto emerge dal 40° Rapporto congiunturale presentato oggi a Milano dalla Fim Lombardia, che ogni sei mesi rileva sistematicamente i dati nelle circa 7.000 aziende industriali che impiegano oltre 550.000 lavoratori della regione. “I dati evidenziano una prima inversione di tendenza, dopo anni di continui incrementi nel ricorso agli ammortizzatori sociali – sottolinea Enrico Civillini, segretario generale Fim Lombardia -. Ma è presto per cantare vittoria: non possiamo però certo affermare che la crisi sia superata. Se consideriamo infatti i valori assoluti delle sospensioni dell’intero 2015, restano assolutamente elevati gli interventi di carattere strutturale come cassa integrazione straordinaria e mobilità”. “E’ urgente attivare un serio sistema di politiche attive al fine di favorire la riqualificazione e il ricollocamento del personale espulso – afferma Civillini -. Imprese e istituzioni devono avere una maggiore consapevolezza dei problemi del settore e ad affrontare con urgenza e in modo adeguato i nodi che alimentano la crisi, soffocano l’occupazione e ostacolano il rilancio del settore industriale”. In particolare, la Fim lombarda sollecita la Regione a sostenere il rilancio del settore manifatturiero, attraverso strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale, per rafforzare i settori tecnologici, garantire l’accesso al credito per gli investimenti industriali e incentivare la sostenibilità.
Quanto agli effetti della crisi sul territorio, la maglia nera torna a Milano, con il 26% delle sospensioni contro il 22,91% del semestre precedente, seguita da Bergamo, che registra un netto miglioramento (19,22% contro 31,91%), e dalla Brianza (17,49% contro 13,21%). Brescia sale al 12,3% (era 7,33% ), Lecco al 7,88% (era 5,75% ). A Varese la situazione resta pressoché invariata con un 6,51% (era 6,57%). Queste aree vedono la presenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale, mentre le imprese medie-piccole sono storicamente radicate in tutti i territori.
I dati mostrano la preponderanza dell’intervento di cassa integrazione ordinaria nei diversi territori, ad eccezione della Brianza, Como e Pavia dove si registra, invece, la prevalenza degli interventi di cassa integrazione straordinaria. La mobilità è particolarmente accentuata nel territorio della Brianza (782 lavoratori coinvolti) dove, se consideriamo anche l’importante utilizzo della cassa straordinaria, possiamo dire persistano le maggiori problematicità strutturali.