La pazza gioia

Milano, 25.5.2016
 
Una commedia (od almeno dichiarata tale) sulla sofferenza. E’ questa, contrariamente a quanto dichiara il titolo, La pazza gioia che Paolo Virzì ha scritto insieme a  Francesca Archibugi e diretto con mano felice. Una mitomane ed una madre a cui è stato tolto il figlio sono le protagoniste ricoverate, a seguito di una sentenza giudiziaria, in un istituto terapeutico. Riescono, grazie al ritardo di un pullman che le deve recuperare sul luogo di lavoro, a fuggire dandosi appunto alla pazza gioia. E durante questo “un the road”  il regista toscano si muove a suo agio per mostrare appunto la sofferenza psichica e sociale delle protagoniste, a volte attraverso l’ironia ma spesso toccando la corda dei sentimenti. Un film che parla della china discendente di chi ha sbagliato, magari per troppo amore, alle prese con terapeuti, assistenti sociali, ex mariti od amanti dove prevale la logica punitiva più che la comprensione. La pazza gioia è anche la riscoperta di due attrici come Valeria Bruni Tedeschi e  Micaela Ramazzotti, entrambi straordinarie. La Bruni Tedeschi poi, cresciuta in una famiglia agiata ed a sua volta trasferitasi in Francia, sa rendere molto bene la vita dei ricchi, miti compresi.