Cinema e lavoro – La ville est tranquille

Milano, 27.01.2017
 
REGIA Robert Guédiguian SCENEGGIATURA Robert Guédiguian e Jean-Louis Milesi FOTOGRAFIA Bernard Cavalié MONTAGGIO Bernard Sasia SCENOGRAFIA Michel Vandestien MUSICHE: Jacques Menichetti INTERPRETI: Ariane Ascaride, Gérard Meylan, Jean-Pierre Darroussin, Alexandre Ogou, Pierre Banderet, Julie-Marie Parmentier, Jacques Boudet, Pascale Roberts, Christine Brucher PRODUZIONE: Agat Films & Cie, Diaphana Films, Le Studio Cana+ DISTRIBUZIONE: Istituto Luce DURATA 143 min
 
Marsiglia oggi. Staccatosi da un corteo di lavoratori in sciopero e deciso a mettersi in proprio, Paul compra un taxi e la licenza facendo un costosissimo mutuo. Gli basta tuttavia per tenere tranquilli gli anziani genitori e fermarsi lungo la strada per far salire le prostitute. In una zona popolare Michèle, che fa il turno di notte al mercato del pesce, deve mandare avanti la famiglia: il marito Claude, disoccupato, frequenta un movimento di estrema destra che osteggia l’immigrazione; la figlia Fiona è tossicodipendente, si procura le dosi prostituendosi anche a casa, e ignorando la neonata che le sta a fianco. Per procurare alla figlia la droga necessaria, Michèle va da Gérard, che gestisce un bar ma in realtà ha altri compiti. Un giorno per strada Paul aiuta Michèle rimasta appiedata. I due si vedono in seguito, lei è disposta a prostituirsi per avere i soldi necessari, lui prima dice di essere disposto a regalarglieli poi accetta il rapporto. Ma anche i debiti di Paul sono in aumento, e alla fine i genitori vengono a sapere la verità. Di notte Abderramane, giovane di colore impegnato a favore della propria gente, viene colpito da un proiettile lanciato da un gruppo di xenofobi tra cui c’è anche Claude. Non passa molto tempo e Michèle, ormai esausta e non più in grado di mettere rimedi alla situazione, decide di eliminare la figlia con un’overdose. Intanto Gérard, killer su commissione, si apposta su un terrazzo ed uccide da lontano il leader dell’estrema destra. Il giorno dopo, la polizia è in casa di Michèle, e Paul è lì con la neonata in braccio. Uscito di casa, Gérard viene preso a male parole da un giovane passante. Estrae la pistola, gliela punta al viso, sta per sparare, ma poi ha un attimo di esitazione. Rivolta l’arma verso se stesso e fa partire il colpo.
 
Un film sulla confusione dei tempi ma anche su una città (la Marsiglia del 2000, tutt’altro che tranquilla)raccontata  attraverso una storia con al centro l’operaia Michèle che lavora al mercato del pesce e vive con un marito disoccupato
 
LA CRITICA
 
Probabilmente Guédiguian è l’ultimo cantore degli umiliati e degli offesi; un Loach meno consolatorio, ma altrettanto solidale con chi si barcamena tra la penuria materiale, la crisi delle utopie, l’onda montante di una destra cinica, razzista e indifferente che ha infettato l’antico proletariato. Il film, duro e bello, rifiuta le illusioni senza invitare mai alla disperazione. (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 1 settembre 2000)
 
Titolo ironico, film amaro. Con ‘La ville est tranquille’ il regista di ‘Marius e Jeannette’ torna nella sua amata Marsiglia, ma esce dal teatrino proletario e variopinto per tentare un altmaniano ‘Marsiglia oggi’….Non senza aver versato fiumi di sincerità e di emozione, (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 26 gennaio 2001)
 

 

…. le storie sono molteplici e tutte non liete in quel degrado esistenziale in cui anche l’amata classe popolare sta precipitando secondo Guèdiguian. Che è un regista scomodo per tutti, persino per la stessa sinistra a cui grida (non sussurra) la propria rabbia. Questa volta lo fa però in modo troppo didascalico. Ed è un peccato, perché quando riesce a imbrigliare la vena tribunizia è capace di lavorare con grande levità sulle contraddizioni di una città complessa e difficile come la Marsiglia che ama e odia. (Giancarlo Zappoli – MyMovies)