Labour Film Festival, recensione della prima serata

Milano,
16.9.2011

 

Una
buona partenza qualitativa quella di ieri del VII Labour Film Festival,
la rassegna promossa
dalla Cisl Lombardia con le Acli e il cinema Rondinella di Sesto S. Giovanni. Le tre proiezioni di apertura rispecchiavano come non
mai la situazione sociale e del lavoro in questi anni terribili. Un corto sul lavoro da inventare in periodo di precariato (La
statua della Rambla
); un documentario sulla nuova immigrazione alla ricerca di un reddito, per quanto precario (Hanna
e Violka
); un film sul rapporto tra vita e lavoro riscoperto durante la ricostruzione dei contributi pensionistici (Mammuth).
Del primo corto va sottolineata la voglia di reagire di Michele, deluso dal lavoro e dal matrimonio, che lo porta a scoprire una vocazione.
Nel secondo film molte le tematiche che ci toccano: dal rapporto tra vecchia (la nostra) e nuova immigrazione (le badanti in questo
caso) al tema dell’integrazione e dei rapporti intergenerazionali. Ma anche un ritratto della società polacca disillusa di fronte al
dramma della disoccupazione. Per quanto riguarda Mammuth rimandiamo il commento alla scheda che pubblichiamo nella sezione film
della settimana. Il festival prosegue con opere ugualmente significative in tema di lavoro, sia quello di ieri (rivedere Il
posto
di Olmi nella serata dedicata al maestro) che quello odierno dove gli immigrati giocano un ruolo fondamentale (vedere Cose
dell’altro mondo per rendersene conto
) senza dimenticare le lotte dei lavoratori e lavoratrici per un lavoro più giusto (We
want sex
).

 

Appuntamento quindi alle prossime proiezioni.