Sentenza europea: il licenziamento della lavoratrice madre non è sempre giustificato dall’avvio di una procedura collettiva

Milano, 21.9.2017

Il licenziamento della lavoratrice madre non è sempre giustificato dall’avvio di una procedura collettiva di riduzione del personale. E’ quanto afferma la Corte di giustizia europea, interpellata sul caso di un’azienda spagnola.

La controversia (causa C-103/16 ) riguarda una società che ha avviato una procedura collettiva di riduzione del personale e, dopo aver raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali, ha licenziato alcuni dipendenti adibiti a una sede provinciale, al termine di un processo di valutazione previsto dallo stesso accordo sindacale.

Tra i dipendenti licenziati anche una donna che stava svolgendo il periodo di congedo obbligatorio per maternità. La stessa ha impugnato il recesso avanti al tribunale del lavoro spagnolo.
In primo grado l’azienda ha visto confermato il licenziamento, mentre in appello la corte spagnola ha chiesto alla Corte di giustizia europea di interpretare come si applica il divieto di licenziamento delle lavoratrici gestanti nel caso di una procedura di licenziamento collettivo.

L’avvocatura generale ha preso posizione in favore della tesi della dipendente, ricordando che la direttiva sulla maternità (92/85) tutela le lavoratrici per un determinato periodo a meno che non sussistano “casi eccezionali” non connessi alla gravidanza.

 

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