Milano, 22.4.2017
La regista Maysaloun Hamoud, una giovane israeliana nata a Budapest, esordisce nel lungometraggio con un’opera prima che affronta il tema delle pari opportunità e dell’accettazione della diversità in un paese ove il conflitto è di casa come nel caso di Israele. Il film si intitola Libere disobbedienti innamorate – In between è ambientato a Tel Aviv e racconta della vita di tre giovani donne palestinesi lontane dalla società patriarcale ma comunque alle prese con la costruzione di una identità in un mondo dove l’indipendenza femminile è ancora un problema e la discriminazione è quotidiana. Ancora maggiore se si considera che delle tre amiche una è un avvocato penalista che preferisce rimanere single piuttosto di convivere con un fidanzato conservatore, la seconda è una dJ cristiana ma omosessuale, e quindi messa ai margini dalla famiglia, mentre la terza è una studentessa musulmana osservante proveniente da una zona ove prevale ill Movimento islamico ed è fidanzata con un fanatico religioso contrario a tutte le forme di emancipazione femminile.
Un film che racconta una città ma anche, come ha dichiarato la regista, una generazione (“La mia generazione non può convivere ancora a lungo con i codici obsoleti della società patriarcale e dello sciovinismo: è tempo di mettere le carte in tavola. Se continuiamo a nascondere le nostre paure sotto il tappeto, finiremo per inciamparci sopra e sarà troppo tardi”). Il lavoro è stato apprezzato in molti festival (tra l’altro è stato premiato ai festival di Toronto, a San Sebastian ed al Haifa Film Festival) ed ha innescato un interessante dibattito in patria.