Euronote – Come trasformare la ripresa in crescita sostenibile

Istituzioni dell’Ue e parti sociali europee a confronto nel Vertice tripartito

Milano, 26.10.2021

«Aprire la strada a una crescita sostenibile significa prima di tutto creare posti di lavoro di qualità. I lavoratori e i sindacati in Europa non possono accettare che si torni alla stessa ripresa senza lavoro che avevamo prima della pandemia». L’epidemia di Covid-19 ha costretto 23 milioni di lavoratori alla disoccupazione, mentre 40 milioni sono stati sospesi dal lavoro, per questo il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), Luca Visentini, ha insistito sulla necessità di investimenti in occupazione di qualità, intervenendo al Vertice sociale tripartito svoltosi lo scorso 20 ottobre. Il Vertice, che si tiene due volte all’anno prima delle riunioni del Consiglio europeo, ha messo a confronto i responsabili delle istituzioni dell’Ue e i rappresentanti delle parti sociali europee proprio sul tema di come “trasformare la ripresa dell’Europa in una crescita sostenibile a sostegno di nuovi e migliori posti di lavoro”. I sindacati europei hanno detto di aver accolto «con grande favore» le misure per la protezione del lavoro messe in atto finora dall’Ue e dagli Stati membri, chiedendo di prolungarle finché sarà necessario e di trasformarle in schemi di supporto permanenti. Tuttavia, ha osservato il segretario della Ces, «ciò che conta di più ora è fare in modo che ogni singolo euro di denaro pubblico investito nella ripresa sia legato alla creazione effettiva di posti di lavoro di qualità, in modo misurabile e monitorabile. Non possiamo accettare che il denaro pubblico torni solo al profitto e non ai lavoratori e alla società. Non possiamo accettare che i pochi posti di lavoro creati siano di nuovo precari, non tutelati, sottopagati, che non ci sia ridistribuzione e aumentino le disuguaglianze».

La Ces ritiene che debbano cambiare le regole della governance economica, in modo da facilitare gli investimenti e far sì che la tutela dell’ambiente e la giustizia sociale diventino parte integrante del Patto di stabilità e crescita, del Semestre europeo e del piano Next Generation Eu. Inoltre, ricorda la Ces, come concordato al Vertice sociale di Porto nel maggio scorso si deve «andare oltre il Pil» (Prodotto interno lordo) nella misura della crescita, mirando a un modello economico che sia al servizio del benessere delle persone.

Una giusta transizione

Una crescita sostenibile implica «giuste transizioni climatiche e tecnologiche», spiega la Confederazione europea dei sindacati che sostiene gli obiettivi del Green Deal e accoglie con favore il Fondo per una transizione giusta e l’annunciata Raccomandazione sugli aspetti sociali e occupazionali della transizione climatica. Tuttavia, osserva il segretario generale della Ces, «offrire formazione e assistenza sociale come compensazione ai lavoratori che stanno per perdere il lavoro non è sufficiente».

Secondo la Ces, una vera transizione giusta implica l’anticipazione del cambiamento, investimenti massicci nella creazione di posti di lavoro di qualità nelle stesse comunità in cui i posti di lavoro stanno per scomparire. Per questo i sindacati europei chiedono all’Ue di riformare le proprie regole di concorrenza interna e di elaborare politiche energetiche e industriali strategiche. Le condizionalità ambientali e sociali vanno integrate in tutte le normative di spesa dell’Ue, nazionali e locali, sostiene la Ces, secondo cui serve una governance, un quadro di transizione equo basato sul dialogo sociale, la contrattazione collettiva e la partecipazione dei lavoratori. «Una sana transizione equa è uno degli elementi fondamentali della ricostruzione del modello sociale europeo, che è stato stravolto dalle politiche di austerità del passato» ha dichiarato Visentini.

Il programma 2022 della Commissione

«Per realizzare una transizione equa, sostenibile e inclusiva verso un’economia verde e digitale, le persone hanno bisogno delle giuste competenze in modo da potersi adattare ai mutevoli percorsi di carriera e trovare nuovi posti di lavoro in un mercato del lavoro in evoluzione» ha detto intervenendo al Vertice sociale tripartito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Layen, sottolineando come attraverso il programma Next Generation Eu ci saranno «investimenti senza precedenti» in istruzione, formazione, occupazione e nelle misure di protezione sociale. «Ora più che mai – ha aggiunto – le parti sociali hanno un ruolo centrale da svolgere per una corretta attuazione dei piani nazionali e una ripresa che non lasci indietro nessuno».

Commissione che ha inserito il Green Deal europeo come primo obiettivo del suo programma di lavoro per il 2022, adottato il 19 ottobre scorso. A tale proposito intende infatti continuare a impegnarsi per fare dell’Europa «il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050», attraverso vari interventi che vanno dalla mobilità con zero emissioni al piano d’azione inquinamento zero, dalla promozione dell’economia circolare alle obbligazioni verdi per rafforzare la finanza sostenibile.

Altro obiettivo prioritario del programma riguarda la necessità di «un’economia al servizio delle persone», come richiesto anche dai sindacati europei. «Ora che la ripresa sta accelerando e l’attività economica sta tornando ai livelli pre-crisi, dobbiamo riflettere su come rendere la nostra economia sociale di mercato più resiliente» sostiene la Commissione, che si impegna per un piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali come «guida verso posti di lavoro di qualità, condizioni di lavoro eque e un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata». A sostegno delle politiche degli Stati membri, la Commissione annuncia che rafforzerà le reti di sicurezza sociale, «fondamentali per attenuare gli shock economici», presentando un’iniziativa per un reddito minimo adeguato.

Il programma di lavoro della Commissione per il prossimo anno intende inoltre dare nuovo slancio alla democrazia europea. La Conferenza sul futuro dell’Europa e le iniziative dei cittadini continueranno a rendere più dinamica la democrazia europea, mentre saranno adottate misure per salvaguardare la libertà e il pluralismo dei media nonché sullo Stato di diritto.