Euronote – L’Ue alla ricerca di una sostenibilità competitiva

Milano, 2.3.2020

La Commissione europea ha presentato il 26 febbraio scorso il cosiddetto pacchetto d’inverno del semestre europeo, che comprende 28 Relazioni nazionali in cui analizza le sfide socioeconomiche di ciascuno Stato membro, una comunicazione sui principali risultati delle Relazioni e una sintesi dei risultati delle revisioni effettuate nell’ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici, una proposta di decisione del Consiglio di revisione degli attuali orientamenti in materia di occupazione, il quinto Rapporto di sorveglianza rafforzato per la Grecia e il programma di lavoro annuale del piano di sostegno alle riforme strutturali.

Le Relazioni per Paese si concentrano su quattro dimensioni: sostenibilità ambientale, incremento della produttività, equità e stabilità macroeconomica, rilevando il persistere di livelli di disoccupazione sensibilmente diversi tra gli Stati membri, mentre la povertà e l’esclusione sociale risultano in leggera diminuzione grazie alla situazione favorevole sul mercato del lavoro. La Commissione ritiene fondamentale l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali per garantire che la transizione climatica e digitale avvenga all’insegna della giustizia e dell’equità sociale.

Secondo la Commissione, la crescita potenziale dell’Ue è frenata dalla scarsità di investimenti, dall’invecchiamento della forza lavoro e dal «disallineamento tra domanda e offerta di competenze». Con il Green Deal europeo, invece, si punta a fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Le Relazioni esaminano le questioni collegate alla sostenibilità ambientale: «L’analisi che riportano in tema di riforme e di necessità di investimento in settori quali l’energia, i trasporti e l’edilizia può guidare l’azione politica degli Stati membri in linea con questa priorità» sostiene la Commissione.

Inoltre, per la prima volta le Relazioni fanno il punto sui progressi compiuti dagli Stati membri nel perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, evidenziando le politiche macroeconomiche e occupazionali che possono contribuire a tal fine: complessivamente si registrano progressi in quasi tutti i 17 obiettivi.

Per quanto riguarda la correzione degli squilibri macroeconomici, che possono compromettere la stabilità economica di uno Stato membro, della zona euro o dell’Ue nel suo complesso, le Relazioni 2020 indicano che: Grecia, Italia e Cipro presentano ancora squilibri eccessivi; Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Croazia, Portogallo, Romania e Svezia presentano ancora squilibri, mentre la Bulgaria non presenta più squilibri. «Gli Stati membri dovrebbero muovere da questa tendenza positiva per proseguire le riforme al fine di ridurre il debito, stimolare la produttività e realizzare gli investimenti giusti per compiere una transizione equa a un’economia sostenibile e inclusiva» ha dichiarato Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone.

Aggiornamento delle Linee guida per l’occupazione

Nell’ottica di una transizione verde e digitale che non lasci indietro nessuno, «dobbiamo intensificare la lotta per una maggiore uguaglianza potenziando la dimensione sociale del semestre europeo e attuando integralmente il pilastro europeo dei diritti sociali, fra l’altro con la proposta di una disciplina del salario minimo equo, con il rafforzamento dell’agenda per le competenze e con il rilancio della garanzia per i giovani» ha invece sottolineato il commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, presentando anche l’aggiornamento delle Linee guida per l’occupazione, che indicano le priorità delle politiche nazionali mirate all’obiettivo di realizzare un’economia sociale di mercato sostenibile.

Un aggiornamento che, ha aggiunto, riflette meglio gli obiettivi generali nella strategia annuale di crescita sostenibile, nonché le sfide da affrontare nei mercati del lavoro. Le principali modifiche delle Linee guida, come indicato da Schmit, si concentrano su: realizzare un’economia sociale di mercato sostenibile, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali; riferimenti alle transizioni digitali e verdi e la necessità di garantire che queste siano eque e giuste, soprattutto in relazione alle opportunità di lavoro e ai cambiamenti di lavoro; nuovi elementi relativi a condizioni di lavoro eque, trasparenti e prevedibili e al miglioramento delle condizioni di lavoro nelle piattaforme digitali; la parità di genere, le disparità retributive e la trasparenza retributiva nonché i tratti occupazionali delle donne per una nuova strategia di genere; maggiore attenzione ai gruppi a basso e medio reddito, quando si tratta di salari equi (minimi) per un tenore di vita dignitoso; maggiore enfasi sulla salute e l’assistenza a lungo termine come condizione necessaria per garantire pari opportunità.

Ces: coinvolgere le parti sociali nel semestre europeo

«La Commissione riconosce che le disparità salariali sono in aumento e che la vita sta diventando più dura per i lavoratori a basso salario, sottolineando l’urgente necessità di salari minimi obbligatori e misure per promuovere la contrattazione collettiva in ogni Stato membro. Ma la continua enfasi della Commissione sui tagli per ottenere la riduzione del debito è sbagliata, specialmente quando si afferma che il livello degli investimenti pubblici rimane al di sotto dei livelli pre-crisi. Tutti gli Stati membri hanno bisogno di livelli più elevati di investimenti pubblici per innescare la crescita economica necessaria per la riduzione del debito, oltre a creare posti di lavoro e aumentare gli standard di vita». Questo il commento del segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), Luca Visentini, alla presentazione del pacchetto invernale da parte della Commissione europea.

I sindacati europei hanno dichiarato la loro disponibilità a collaborare con la Commissione «per garantire un modello di sviluppo basato sulla dignità del lavoro, per una crescita compatibile con i vincoli ambientali e rispettosa dei limiti delle risorse naturali della Terra». Secondo la Ces, però, il modo migliore per garantire che le politiche siano attuate in modo equilibrato ed equo sarebbe rappresentato dal coinvolgimento delle parti sociali in tutti gli Stati membri all’interno del processo del semestre a livello nazionale.