A Bergamo centri commerciali nella morsa della crisi

Milano, 11.12.2014
 
Nel 2013, quasi 500mila metri quadri di terreno sono stati destinati alla grande distribuzione. Ben 150mila in più di 10 anni fa. Ma l’occupazione inizia a dare segni di cedimento e anche i “negozi di vicinato” diminuiscono a un ritmo impressionante. È questa la fotografia del commercio a Bergamo alla fine del 201, scattata dalla Fisascat Cisl territoriale. “Le liberalizzazioni selvagge operate dal 2012 nel commercio hanno fallito – spiega Alberto Citerio, segretario generale Fisascat cisl Bergamo -. La concorrenza spinta, le aperture 365 giorni l’anno, hanno avuto un effetto dannoso sul commercio e sulla distribuzione favorendo i grossi che però soffrono della concorrenza e penalizzando i piccoli negozi di vicinato”. “Dobbiamo iniziare a fare i conti anche nel settore del commercio con una crisi che non allenterà la presa e peggiorerà ulteriormente nel 2015 – aggiunge -. Serve una regia territoriale condivisa che sappia gestire l’esistente e lo sviluppo per evitare cattedrali nel deserto e l’uso inappropriato del territorio, mentre avvii una gestione oculata delle potenzialità occupazionali”.
È di poche settimane fa, infatti, la chiusura del centro “Le Acciaierie” di Cortenuova, nella bassa provincia bergamasca: un’operazione che ha lasciato sulla strada 78 lavoratori direttamente impiegati nel supermercato del centro, più alcune decine di negozianti e dipendenti delle diverse vetrine della galleria. “I nodi stanno già venendo al pettine, in modo evidente – sottolinea Citerio -. Le Acciaierie di Cortenuova erano il secondo shopping center più grande della Bergamasca dopo Orio, con 29 mila metri quadri di superficie dedicata ai negozi. Gli altri, al momento, stanno in piedi”. In 10 anni, secondo i dati di UnionCamere Lombardia elaborati dalla Fisascat di Bergamo, la superficie di territorio destinata alla grande distribuzione è passata dai 292.225 metri quadri del 2003 agli oltre 446 mila quadri del 2013. Nel frattempo, la popolazione degli addetti è passata dai 20.500 del dicembre 2011 ai 20.108 del dicembre 2013. Due cifre per definire l’impatto della “grande crisi” sul pianeta del commercio in provincia di Bergamo. Il settore che era naturalmente il salvagente occupazionale degli altri comparti (soprattutto manifatturieri) segna il passo ma, soprattutto, delinea scenari per il futuro particolarmente inquietanti. Se infatti il continuo crescere degli spazi destinati ai grandi centri commerciali, ma anche alle strutture di medie dimensioni ( dai 470 mila ai 615 mila metri quadri), segue una pianificazione partita almeno 10 anni fa, quando cioè la crisi non era certo all’orizzonte, oggi si inizia a pagare lo scotto di una disponibilità economica molto inferiore e di una propensione alla spesa non prevista nei “business plan” dell’epoca.
Già i negozi di vicinato ne pagano le spese: dal 2003 al 2008 sono passati da 11792 a 12737. Nei cinque anni successivi sono scesi a 12.076: 661 unità commerciali in meno, con un trend che è andato intensificandosi nell’ultimo periodo. Un trend che inizia a colpire anche i centri commerciali più grossi: la solidarietà all’Iper, la prospettata chiusura della Trony all’OrioCenter, la chiusura del centro commerciale Le Acciaierie a Cortenuova, sono preoccupanti segnali di allarme.
 
 
Per leggere e scaricare il documento in formato pdf cliccare sull’icona sottostante.
Download documento Superfici commerciali e dipendenti
Cisl Lombardia – (89 KB)