Banche, a Bergamo 5mila dipendenti in uscita volontaria

Milano, 14.6.2016
 
A Bergamo 5mila dipendenti bancari sono in uscita volontaria da qui al 2019, secondo i piani industriali delle principali banche, ma l’ondata di risanamenti e l’introduzione sempre maggiore delle nuove tecnologie potrebbe far salire il loro numero mettendo sotto pressione le risorse del Fondo, pagato dalle stesse banche, che fino a ora ha garantito di evitare i licenziamenti. Da un’analisi della First Cisl provinciale, Bergamo, dal 2015 e in previsione fino al 2018, ha perso e perderà una cinquantina di sportelli, con ricadute occupazionali non drammatiche, ma sensibili. Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Mps, da sole ne chiudono 23. La fusione Bp-Bpm produrrà sul territorio provinciale la sovrapposizione di 11 filiali con ricadute, anche se minime, in termini di esuberi e ricollocazioni; il progetto “UBI banca unica”, prevede la costituzione di un’unica banca commerciale, per la quale la proprietà avrebbe chiesto un progetto “più realistico” che verrà definito entro l’estate. “La situazione desta preoccupazione ed è dominata da una grande incertezza in ordine ai possibili sviluppi industriali ed alle ricadute sui lavoratori che già oggi patiscono di un deficit organizzativo  e gestionale senza precedenti”, sottolinea Francesco Galizzi, segretario generale First Cisl Bergamo. I sindacati  di categoria respingono l’equazione “meno dipendenti uguale più utili” e propongono di riqualificare i lavoratori, in pratica meno sportello a favore di più consulenza e servizi. Per la First Cisl è sbagliato solo pensare che si possano risolvere in questo modo i problemi delle banche: “I costi totali del personale sono 25 miliardi – osserva Giulio Romani, leader nazionale dei bancari Cisl -. Anche se non avessimo più dipendenti avremmo a che fare sempre con i 40 miliardi di euro di crediti deteriorati non coperti che sono il vero problema del settore e la cui responsabilità non va data certo ai lavoratori”. Secondo i dati della First Cisl, sulle oltre 19mila uscite nei piani da qui al 2019 dei principali gruppi, oltre 14mila sono state già realizzate o in procinto di completarsi. Negli ultimi 10 anni il settore ha visto un calo netto fra entrate e uscite di oltre 13mila unità.