Brianza, Cisl: preoccupa l’aumento esponenziale dell’uso dei voucher

Milano, 21.7.2016
 
Erano stati pensati per un altro uso. Il governo adesso ha introdotto alcuni correttivi sulla loro tracciabilità. Ma l’utilizzo distorto dei voucher, i buoni per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio,  preoccupa comunque la Cisl Monza Brianza Lecco. Anche perché sul territorio il loro uso è in crescita. “I dati del 2016 – ha dichiarato Rita Pavan, segretaria generale della Cisl Monza Brianza Lecco – mostrano che i voucher stanno sostituendo almeno in parte l’abrogazione del contratto a progetto e, in alcuni settori e per alcun lavori discontinui, sono serviti a “sanare” sacche di lavoro totalmente in nero”. I dati territoriali dell’Inps regionale dicono che nel 2015 nella Provincia  brianzola sono stati venduti complessivamente 1.436.767 voucher. La crescita, rispetto all’anno precedente, è stata dell’84%. I committenti registrati sono stati 3.200. Nel 2014 erano stati 1.600. E la tendenza sembra destinata a consolidarsi: nel primo trimestre 2016, infatti, sono stati registrati complessivamente 2.581 committenti, tra aziende e persone fisiche. 
“I pericoli che possono celarsi sono stati più volte ricordati – ha continuato Rita Pavan -,  ovvero che il  lavoro dipendente, che ha maggiori garanzie,  possa essere sostituito con lavoro accessorio. Bisogna evitare o quanto meno limitare il più possibile abusi di qualsiasi genere; è vero che  nel contesto attuale c’è assoluto bisogno di lavoro e di reddito per quanti l’hanno perso, ma nel rispetto delle leggi e della dignità delle persone”.
Nell’ambito del confronto nazionale su lavoro e previdenza, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha insistito nel ritenere necessario solo un intervento sulla tracciabilità, che consisterà nell’obbligo di comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, i dati del lavoratore nonché luogo e durata della prestazione. Ciò però non varrebbe per gli imprenditori agricoli, che inoltre sarebbero esonerati dal limite massimo di 2.000 euro valevole per gli altri imprenditori. “La Cisl, pur valutando positivamente l’intervento sulla tracciabilità, si è detta fortemente contraria alle ipotesi di esonero relativo al settore agricolo – precisa Rita Pavan -. Non solo abbiamo chiesto che per il settore agricolo restino tutti i limiti previsti, sia quelli specifici, sia quelli generali relativi al limite massimo di 2.000 euro, ma abbiamo insistito per una rivisitazione in senso restrittivo del campo di applicazione dei voucher in tutti i settori, che ne consenta l’utilizzo solo per attività realmente occasionali, eventualmente stabiliti dalla contrattazione”.