Comitati aziendali europei e federazioni sindacali, la sfida di un più stretto coordinamento

Milano, 19.9.2017

Realizzare un maggiore coordinamento tra le attività delle federazioni sindacali nazionali ed europee. Creare una struttura dedicata che faccia da punto di raccordo tra le varie categorie nazionali e un forum unitario dove i membri dei Comitati aziendali europei (Cae) possano dialogare tra di loro e con le diverse federazioni. Sono solo alcune delle proposte emerse dal terzo corso di formazione transnazionale tenutosi nei gironi scorsi a Bucharest nell’ambito del progetto europeo Be Bop, promosso dalla Cisl Lombardia in collaborazione con Cgil e Uil Lombardia, Ugt Catalunya, Cfdt Rhone Alpes, Csdr Romania e con il sostegno di Ccoo de Catalunya, Ces e IndustriAll. Hanno partecipato oltre 50 delegati che si sono confrontati sul tema dei rapporti tra membri Cae e le rispettive federazioni nazionali ed europee.
Dal dibattito è emerso che rimane aperto il seguente interrogativo: il futuro dei Cae è nella partecipazione o nella contrattazione? Per la Ces il futuro dei Cae è nella partecipazione, con la palla che passa alle federazioni europee nel momento in cui si arriva alla fase della negoziazione (sempre però in raccordo con i Cae, che sono l’organismo interno all’azienda e che può dare alle federazioni tutte le informazioni necessarie nella fase di negoziazione). Sulla negoziazione transazionale, però, aleggia il problema della validità giuridica di questi accordi, in quanto, ad oggi, sono accordi tra le parti senza ancora una normativa di riferimento a cui attenersi e che li possa dare il giusto valore anche a livello giuridico.

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