Manovra, se il governo non ascolterà i sindacati sarà mobilitazione

Milano, 19.12.2018

Oltre 1500 sindacalisti Cgil Cisl e Uil delle regioni del Nord-Italia hanno accolto con un fragoroso applauso l’annuncio che se il governo tentennerà nell’avviare il promesso confronto sui decreti attuativi della Manovra, sarà mobilitazione. “Il presidente del consiglio Conte ha garantito che ci sarà un confronto con i sindacati su tutti i temi che riguardano la manovra. Se questo confronto non ci sarà useremo tutti gli strumenti in nostro possesso e la mobilitazione sindacale”. Ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, concludendo l’attivo unitario al Teatro Nuovo. “Il tema del lavoro, della crescita, dello sviluppo, è centrale e su questo ci aspettiamo risposte dal governo – ha aggiunto –. Se non ne avremo sarà giunto il momento di una grande iniziativa nazionale, per far sentire la  voce di quei 13 milioni di persone che ancora oggi affidano la loro rappresentanza a Cgil Cisl Uil”.

I sindacati chiedono al governo di avviare i tavoli di confronto su tutti i temi, a partire dalle infrastrutture, da un fisco che sia “amico del lavoro”, dalla pubblica amministrazione, arrivando a interventi per i giovani, alla previdenza e al Reddito di cittadinanza.

Il segretario nazionale della Cgil, Roberto Ghiselli, ha ribadito che la “manovra non da risposte su fronti cruciali per il Paese. Per questo motivo va modificata e corretta. Abbiamo accolto positivamente l’avvio di un dialogo con il governo ma ancora non ci sono risposte”. Critico il segretario della Uil, Domenico Proietti, secondo il quale manca un “taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti mentre si prevede un condono fiscale che grida vendetta”.

Un appuntamento importante, l’attivo delle Regioni del Nord che, con le iniziative in contemporanea a Roma e Napoli, ha concluso il percorso di incontro e confronto che con oltre 400 assemblee sul territorio e nelle aziende ha coinvolto migliaia di lavoratori e pensionati. “Abbiamo voluto coinvolgere in modo attivo, partecipativo, la nostra gente, il nostro mondo del lavoro, e la risposta è stata importante – ha sottolineato Furlan -. Quando parliamo di crescita parliamo di crescita nella qualità, di quello che si produce e di come lo si produce. Qualità innanzitutto del lavoro, perché non si crea competitività sulla qualità, dimezzando le ore di alternanza scuola-lavoro, tagliando ricerca e innovazione”.

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