Nh Hotels, sale a quota 550 il numero degli esuberi dichiarati in Italia

Milano, 14.3.2016

Non si arresta il processo di riorganizzazione avviato dalla catena alberghiera Nh Hotels, presente in Italia con 27 strutture e con oltre 1000 dipendenti. Con l’ennesima procedura di licenziamento collettivo che ha coinvolto complessivamente 98 dipendenti sale così a quota 550 il numero degli addetti della multinazionale spagnola coinvolti dalla mobilità negli ultimi 5 anni. Roma e Palermo sono le piazze più colpite con 31 esuberi all’Nh Midas della capitale e 25 posti di lavoro che andranno persi all’Nh Palermo in seguito alla cessazione di attività delle due strutture escluse dal processo di rebranding avviato dalla multinazionale. Gli altri 42 esuberi, presentati come effetto del processo di riorganizzazione aziendale iniziato 4 anni fa, riguardano diverse figure professionali operanti all’interno delle strutture alberghiere di Bologna, Venezia, Roma, Catania, Genova, Milano, Napoli, La Spezia e Torino, sia nelle sedi amministrative di Milano e Valdagno. “La nuova ristrutturazione avviata dalla catena Nh in Italia purtroppo cela anche l’esternalizzazione e la terziarizzazione dei servizi alberghieri, operazione finalizzata unicamente ad una forte riduzione del costo del lavoro come la stessa Nh dichiara senza remore nella procedura di mobilità”, ha stigmatizzato Elena Maria segretaria nazionale Fisascat. La sindacalista ha affondato anche sull’assenza di un credibile piano di rilancio commerciale. “Questi 98 esuberi vengono dichiarati peraltro a dispetto di un risultato positivo di chiusura del bilancio 2015 anche per l’effetto domino dell’esposizione universale Expo2015, risultato che consentirebbe invece di reinvestire l’utile conseguito nella piena ripresa della catena alberghiera per anni considerata fiore all’occhiello dell’accoglienza – ha dichiarato Vanelli -. Il silenzio assordante della Confindustria a cui la catena alberghiera aderisce e la mancanza di politiche del Governo strutturali a sostegno del comparto turistico fanno il resto. Se non ci comincia a investire e a credere seriamente in uno dei settori dove senza alcun dubbio possiamo dimostrare di avere la capacità di essere più competitivi rispetto ad altri, rischiamo di non cogliere l’opportunità di rilancio in un comparto a tutti gli effetti possibile volano della ripresa economica ed occupazionale italiana”.