Noi Cisl siamo nelle periferie con i giovani per il lavoro – Al via la conferenza organizzativa nazionale

Milano, 9.7.2019

Al via da oggi a Roma la conferenza organizzativa nazionale. “Noi Cisl siamo nelle periferie con i giovani per il lavoro” lo slogan dell’importante appuntamento, in corso fino giovedì 11 luglio presso l’Auditorium Massimo dell’Eur. Oltre mille i delegati e dirigenti della confederazione provenienti da tutta Italia. Al centro dei lavori e del dibattito il tema del rilancio organizzativo del sindacato di “prossimità” nelle periferie urbane e del lavoro, le ripercussioni delle trasformazioni tecnologiche sull’occupazione ed altri importanti temi economici e sociali.

I lavori della mattinata, presieduti dal segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, si sono aperti con l’intervento della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.

“La Cisl non vuole rimanere in silenzio. Ecco perché siamo qui oggi: ‘Noi ci siamo’ come recita il titolo della nostra conferenza non è uno slogan ma una promessa!” così ha aperto la sua relazione  la segretaria generale della Cisl, che ha poi toccato molti argomenti: l’immigrazione, l’Europa , la salvaguardia ambientale e le barriere che contrastano la sostenibilità, il Def, il PIl, il lavoro povero, “quel lavoro deprezzato che ha perduto il suo ruolo storico di emancipazione, di cittadinanza, d’inclusione e di garanzia contro la povertà. L’ampiezza del fenomeno del lavoro povero “legata non tanto al livello delle retribuzioni orarie quanto al basso numero di ore lavorate nel mese e nell’anno, che interessa un numero crescente e rilevante di lavoratori”. E i dati Istat sull’occupazione appena usciti “che non tranquillizzano il sindacato”, ha  sottolineato Furlan ricordando che “la base occupazionale è ritornata ai livelli del 2008, ma nulla si dice sul numero di ore lavorate che nel 2018 erano già diminuite di circa 1 milione e 800mila”. E poi la transizione energetica: “Il governo italiano ha introdotto nel Documento di economia e finanza (Def) 2019 12 indicatori ispirati sia all’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, sia al Benessere Equo e Sostenibile (BES), avviando così un monitoraggio che dovrà valutare l’impatto delle politiche governative sulla sostenibilità sociale ed ambientale”.

E poi ancora, la “nuova, grande stagione di risindacalizzazione”. “La Cisl -sottolinea- nasce come soggetto politico autonomo e, oggi più che mai, continua ad essere fedele alle sue origini. I nostri valori etici, come la centralità della persona, la giustizia sociale, la solidarietà, per entrare nei processi storici hanno bisogno di un Progetto strategico e il Progetto strategico, per contribuire a cambiare il nostro mondo, ha bisogno di grande rigore ed efficacia organizzativa. Conservare i valori etici ed essere, a un tempo, decisamente creativi nell’innovazione strategica al servizio di quei valori è dunque la sfida che oggi ci compete e che vogliamo raccogliere. (…) La nostra strategia ha un nome e un obiettivo: sostenibilità, vale a dire un modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile e inclusione, che significa l’allargamento del diritto di cittadinanza. È la nostra risposta coerente alle contraddizioni del modello imperante, che ha rovesciato mezzi e fini. È la nostra risposta coerente alle contraddizioni del modello imperante, che ha rovesciato mezzi e fini”. Il senso della nostra risindacalizzazione? Il lavoro che attraverso le sue Rappresentanze e un solido Patto Sociale “si fa esso stesso governo,” per creare coesione sociale e cittadinanza partendo dalla responsabilità verso gli ultimi” (…)”Restituire quindi alle tante periferie esistenziali di immaginare un futuro e alle persone in difficoltà di coltivare il diritto alla speranza e alla cittadinanza, dovunque esse siano e di qualunque colore abbiano la pelle”.

“A questo senso appartiene la nostra Conferenza organizzativa – spiega Furlan – ed è un senso etico perché esprime i nostri valori, è un senso politico perché chiama in causa la nostra strategia, è un senso organizzativo perché modella la nostra azione. Non dobbiamo cercare di scoprire che cosa siamo chiamati a fare: lo sappiamo. Vogliamo solo metterci a farlo con impegno e passione. Vogliamo farlo perché abbiamo scelto nella vita di servire i valori della persona, del lavoro, della giustizia, della democrazia e della solidarietà. E in questo tempo difficile ci sentiamo chiamati a questa importante responsabilità, ma sappiamo di poter contare su uomini e donne straordinari: i nostri dirigenti, gli operatori, i quadri, i militanti che ogni giorno testimoniano la nostra missione. Facciamolo e facciamolo assieme – ha concluso -. Ne vale la pena”.

Nel programma della tre giorni anche due tavole rotonde, la prima il 9 luglio sulle periferie esistenziali, la seconda il 10 luglio sulle trasformazioni del mondo del lavoro, a cui parteciperanno importanti esponenti del mondo manageriale ed imprenditoriale, rappresentanti del terzo settore e della società civile. Nel corso della kermesse saranno premiati anche i vincitori del Premio Flavio Cocanari e del premio alla memoria di Pierre Carniti.

 

 

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