Sciopero al calzaturificio Moreschi di Vigevano

Sindacati preoccupati per il futuro dell’azienda nella quale lavorano 220 persone

Milano, 29.7.2002

E’ l’azienda simbolo del settore calzaturiero di Vigevano e dell’intera Lomellina. Il marchio Moreschi, da sempre, è sinonimo di grande qualità e di un prodotto rigorosamente “Made in Italy”. Ma da qualche tempo sul futuro di questo storico calzaturificio vigevanese si addensano nubi minacciose. Tra i sindacati c’è grande preoccupazione per i 220 posti di lavoro dell’azienda. La conferma è arrivata mercoledì 29 luglio, in occasione dello sciopero indetto da Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil.

L’adesione da parte dei dipendenti è stata elevata. Davanti all’ingresso della Moreschi si è svolto un presidio organizzato dalle tre sigle sindacali. “Da diversi anni l’azienda Moreschi sta incontrando diversi problemi finanziari, dovuti all’esposizione con le banche – sottolinea Maurizio Ferrari, segretario della Femca Cisl per la provincia di Pavia -. Proprio per risolvere questo problema, nel 2017 è arrivato un nuovo amministratore delegato al quale è stato affidato il compito di trovare un accordo con gli istituti di credito. Ma nello scorso mese di marzo l’ad Giuseppe Serafica ha improvvisamente lasciato il suo incarico, per ragioni che non ci sono note”. I vertici della Moreschi sono cambiati, con l’ingresso di un nuovo socio di maggioranza: Guido Scalfi, proprietario di un fondo d’investimento. “A partire da marzo, dopo l’avvicendamento ai vertici, non abbiamo più avuto comunicazioni ufficiali sulle prospettive future dell’azienda. Moreschi è un marchio storico per Vigevano, la Lomellina e l’intera provincia di Pavia: un grande valore va riconosciuto anche alle 220 persone che operano in questo storico calzaturificio”.

I sindacati temono che il cambio di assetto societario possa mettere a rischio la continuità della produzione a Vigevano e, di conseguenza, i posti di lavoro. “Il nuovo socio di maggioranza – sottolinea ancora Ferrari – ha dichiarato che l’impegno prioritario in questo momento è la trattativa con le banche; ma altrettanto importanti, per noi, sono anche le garanzie per i lavoratori. Negli ultimi tre mesi il salario non è arrivato con regolarità. Chiediamo di poter avere un confronto chiarificatore con l’azienda, per capire quali sono i progetti reali per il futuro”.