Sciopero storico alla Italcementi di Bergamo contro la vendita ai tedeschi

Milano, 30.10.2015
 
“Uno sciopero storico”. Angelo Dessì, delegato della Filca alla Italcementi di Bergamo, contiene a stento la commozione. Per la prima volta nella storia della grande azienda cementifera, i dipendenti, (“quasi tutti, solo dieci sono entrati”) sono scesi per strada a protestare contro la vendita al colosso tedesco e per le  preoccupazioni sul futuro dell’occupazione per i 700 dipendenti degli uffici di via Camozzi. Dalle 7 di mattina a mezzogiorno, lavoratori e sindacalisti hanno bloccato parte della città, manifestando 
per rivendicare l’attivazione della proroga per cassa integrazione guadagni straordinaria complessa per 12 mesi dal 1° febbraio 2016 per l’intero gruppo di Italcementi, e le risposte da parte dell’amministratore delegato di HeidelbergCement alle proposte formulate da parte del coordinamento nazionale delle Rsu e dalle segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea nazionali. “Mai avuta un partecipazione così grande – afferma Dessì -. Adesso abbiamo un nuovo appuntamento il 2 novembre. Speriamo che finalmente la società presenti quel piano industriale promesso da troppo tempo, un piano industriale, che renda esplicito l’assetto produttivo, amministrativo, gestionale, commerciale, di ricerca e sviluppo del nuovo costituendo gruppo in Italia, in particolare per la sede centrale di Bergamo”.
“Il governo” dicono unitariamente Filca, Fillea e Feneal di Bergamo, “deve provvedere ad attenuare la riduzione degli ammortizzatori sociali previsti dalle nuove norme. Non si taglia la protezione sociale della gente in un momento di crisi. L’acquisizione da parte di Heidelberg del gruppo Italcementi è una grave perdita del patrimonio industriale di questo paese, non accettiamo che si trasformi in una perdita occupazionale con devastanti conseguenza per il territorio”. “Abbiamo bisogno di chiarezza! – proseguono – Gli assetti del nuovo gruppo, non possono essere definiti in assenza di un piano industriale e senza aver dato risposte positive alle nostre proposte. Il patrimonio professionale e il livello di ricerca e innovazione oggi dispiegati dai lavoratori del Gruppo Italcementi non possono essere dispersi”.