Sicurezza sul lavoro, Cgil Cisl Uil Lombardia: subito un tavolo di confronto regionale

Milano, 20.4.2018

Sono già 18 le vittime di infortuni sul lavoro registrate in Lombardia dalle Ats. L’ultima non più tardi dell’altro ieri. L’anno scorso, come oggi, erano 12. Al dato attuale, tra l’altro, si dovranno aggiungere gli incidenti mortali in itinere registrati dall’Inail, che richiedono più tempo per la verifica. E’ evidente che la situazione nei prossimi mesi andrà peggiorando e che occorre un intervento straordinario. E’ quanto hanno chiesto Cgil, Cisl e Uil della Lombardia questa mattina nel corso dell’incontro con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, nell’ambito della riunione del Comitato di Coordinamento/Cabina di regia sugli infortuni sul lavoro.

I sindacati ritengono positivo l’impegno della Regione per contrastare infortuni e morti sul lavoro, ma ritengono che oltre ai momenti istituzionali sia necessario attivare un Tavolo regionale di confronto tra Regione, imprese, sindacati, per definire punti d’intesa, a partire  dalla definizione di progetti di prevenzione e da una maggior presenza dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in tutte le realtà produttive.

“Occorre fare il massimo per contrastare gli incidenti sul lavoro, sia per la qualità della formazione e per le risorse investite nella prevenzione e protezione rispetto ai rischi sul lavoro. In una Regione come la Lombardia sono insufficienti i controlli realizzati: 29.000 aziende controllate in un anno, su oltre 560.000 – sottolinea il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci -. C’è l’esigenza di uno scatto in più, con l’impegno di tutti, per coordinare meglio il complesso delle responsabilità e le attività dei soggetti che operano per garantire la prevenzione e il controllo”.

Cgil Cisl e Uil chiedono alla Regione di reinvestire tutte le risorse provenienti dalle sanzioni, come previsto dal testo unico, per potenziare i servizi ispettivi delle Agenzie di tutela della salute e aumentare l’attività di controllo su settori a maggior rischio.  Le risorse vanno impiegate non solo per aumentare il numero dei controlli, ma per progettare anche altre forme di intervento, come i piani mirati di prevenzione, che in alcune Ats già si fanno, e renderli per tutte obbligatori.