Sindacati e inquilini manifestano contro il pdl sulle case popolari

Milano, 1.12.2015
 
Inquilini, lavoratori, pensionati hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione contro il progetto di legge regionale sulle case popolari, organizzata dai sindacati confederali Cgi, Cisl, Uil e degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, Unione inquilini e Conia della Lombardia. Secondo sindacati e manifestanti, il pdl varato dalla giunta Maroni non risolve i problemi e stravolge le finalità sociali e di servizio, scaricando i costi sull’utenza e sui Comuni. Il provvedimento, infatti, esclude dalle case popolari le famiglie povere, e trasferisce ai Servizi Sociali compiti e spese di assistenza. “Il cambiamento immaginato dalla giunta – afferma il segretario generale del Sicet Lombardia, Pierluigi Rancati  – punta solo al ripristino della sostenibilità economica dei gestori, aprendo ai privati la gestione delle case popolari senza dire nulla su criteri e garanzie di appropriatezza e trasparenza nell’affidamento dei servizi”. “La legge prevede meccanismi di assegnazione degli alloggi sbagliati, perché discriminatori verso i poveri e i migranti e scarica sui Comuni la presa in carico della domanda più svantaggiata e a rischio di esclusione dal nuovo sistema dell’edilizia sociale – aggiunge-. Inoltre, delegifica l’intera disciplina del canone sociale e trasferisce alla Giunta il compito di fissare con un successivo regolamento gli affitti delle case popolari per garantire con nuovi aumenti la copertura di tutti i costi delle Aler”. E’ necessario quindi, secondo il Sicet Lombardia, che giunta e consiglio “visto che l’iter approvativo ha rallentato il passo, ascoltino con più attenzione le istanze degli inquilini e le proposte sindacali, modificando e aggiustando il progetto di legge che andrà in discussione,  perché sulla riforma dell’edilizia pubblica non si può più sbagliare!”. Mentre era in corso la manifestazione, una delegazione ha incontrato l’assessore regionale alla Casa, Fabrizio Sala, al quale sono state ribadite le ragioni della protesta, sollecitandolo a modificare la legge nel segno di una maggiore efficacia ed equità sociale. L’assessore ha dato la propria disponibilità a proseguire il confronto e ad ascoltare le ragioni del sindacato nel corso dell’iter di approvazione.
“Per noi l’azione sociale passa anche attraverso il diritto all’abitare, in quanto tale rientra nei doveri che lo Stato deve assumersi – sottolinea Beppe Saronni, segretario regionale Cisl -. Questa è la ragione del nostro dissenso alla ormai prossima riforma dell’edilizia pubblica, che riduce il patrimonio a disposizione, che apre ai privati senza i necessari requisiti di trasparenza, che non decide sostegni economici strutturali, trasforma e riduce uno strumento di sostegno sociale vincolandolo a fattori prevalentemente economici”. “A questo si aggiunge – prosegue – la minore presa in carico di soggetti che hanno condizioni di povertà assoluta scaricandola sui Comuni  questo in un momento in cui la crisi del lavoro e dell’economia aggrava i fattori di bisogno. Noi chiediamo che si rivedano i criteri dell’offerta abitativa, dando certezza e sostegno. Chiediamo di essere coinvolti con confronti veri e preventivi nelle fasi attuative e regolatorie della riforma, forti della rappresentanza e del mandato che ci viene affidato”.

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