Sindacati: ristabilire diritti lavoratori degli appalti scolastici e part-time ciclici

Milano, 13.7.2018

Ristabilire i diritti dei lavoratori degli appalti scolastici e part-time ciclici. Rispettare le direttive europee. Evitare milioni di euro di spese legali per l’Inps. Così inizia il video-messaggio che i sindacati regionali del Terziario Turismo e Servizi Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Lombardia hanno inviato al presidente del Consiglio, al ministro del Lavoro ed al parlamento.
I sindacati hanno deciso di illustrare le condizioni che vivono i lavoratori, o meglio le lavoratrici, degli appalti scolastici affinché il governo e il parlamento possa porre rimedio ad una discriminazione, già sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel giugno 2010.

“Mentre si parla di riformare la Fornero ci si dimentica che le lavoratrici degli appalti scolastici e i part time ciclici sono oggi costretti a lavorare almeno il 25% in più degli altri lavoratori per aver accesso alla pensione, stiamo parlando di una penalizzazione che riguarda circa 100.000 lavoratrici, di cui 10.000 in Lombardia – afferma Diego Lorenzi, segretario generale Fisascat Cisl Lombardia -. Per ottenere il riconoscimento di un diritto queste lavoratrici sono costrette a promuovere vertenze nei confronti dell’Inps. Vertenze che vedono inevitabilmente soccombere l’istituto in tutti i tre gradi di giudizio”.

Nella sola Lombardia sono 2300 le lavoratrici che hanno già dato mandato ai sindacati di promuovere vertenza. Il costo solo per le spese di lite a carico dell’Inps, come evidenziato nel video, è per ogni posizione di oltre 9.200 euro circa per i 3 gradi di giudizio. “Questo significa – spiegano i sindacati di categoria – che se il Governo e il Parlamento non prendono rapidamente un provvedimento nel senso indicato dalla Corte di Giustizia europea, solo in Lombardia, i costi per le 2300 lavoratrici che hanno dato mandato di promuovere vertenze ammonterebbero a oltre 21,6 milioni di euro. Basterebbe un provvedimento del governo o del parlamento per evitare inutili spese”.

Per questo i sindacati hanno scelto di evidenziare la situazione inviando ai parlamentari un videomessaggio caricato su You Tube (https://youtu.be/VC5h9jnhLPc)

Nel video si evidenzia inoltre la discriminazione che vivono le lavoratrici degli appalti scolastici: in Italia sono necessarie almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni per aver diritto alla indennità di disoccupazione (Naspi). Le lavoratrici degli appalti scolastici che di settimane ne lavorano 40/44 ogni anno, invece, nei periodi in cui sono incolpevolmente senza lavoro non ricevono né reddito, né disoccupazione né assegni famigliari.

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