Sviluppo sostenibile e previdenza: una sfida economica, sociale e ambientale

A 25 anni dalla Riforma Dini, in epoca Covid-19, verso una nuova progettualità del welfare

Milano, 6.10.2020

Come promuovere la sostenibilità ambientale, economica e sociale? Come conciliare le attese dei lavoratori e delle lavoratrici rispetto alla pensione con la tenuta del sistema di welfare? Come compensare il diffuso deficit contributivo di donne e giovani con contratti precari? Sono solo alcune delle questioni al centro questa mattina del webinar “Il sistema previdenziale tra vincoli e opportunità di sostenibilità finanziaria e sociale nell’epoca dell’emergenza Covid 19”, organizzato dalla Cisl Lombardia nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile e trasmesso in diretta streaming su You Tube e Facebook.

“A 25 anni dalla Riforma Dini – spiega Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia – abbiamo voluto stimolare una riflessione sugli strumenti utili a garantire un sistema, tra primo e secondo pilastro, inclusivo, anche attraverso il contributo degli investimenti finanziari per la promozione di uno sviluppo integralmente sostenibile”. “ Per il terzo anno, in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da Asvis – aggiunge – confermiamo l’impegno della Cisl lombarda nel sostenere e accompagnare, con la nostra azione sindacale e la rappresentanza contrattuale, tutte le azioni per lo sviluppo sostenibile”.

Un esempio concreto? Il protocollo lombardo siglato a settembre 2019 tra istituzioni, sindacati e imprese.

“Il benessere delle persone e delle famiglie è in stretta connessione con la sostenibilità ambientale, economica e sociale – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, introducendo i lavori -. Questi tre profili di sostenibilità incrociano un tema fondamentale, quello generazionale e quindi quello della previdenza. E’ importante riflettere sulle pensioni di oggi ma soprattutto di quelle di domani e di dopodomani. Il nostro obiettivo, come sempre, deve essere quello di includere ogni uomo e ogni donna nei processi di sviluppo, affinché nessuno resti escluso”.

Matteo Jessoula, professore ordinario di Scienze Politiche all’università Statale di Milano, ha sottolineato come il sistema pensionistico in Italia sia in un “equilibrio imperfetto”. “Dopo le due riforme Sacconi e Fornero – ha spiegato – per quanto riguarda la sostenibilità sociale potremmo dire che in termini di adeguatezza il sistema potrebbe sembrare sostenibile, il problema è che ci sono dei nervi scoperti sul piano dell’equità sociale”. “Bisogna prendere atto del modello multipilastro italiano – ha aggiunto – e considerare che stiamo sovraccaricando il sistema contributivo: non potrà mantenere un adeguato livello di reddito dei lavoratori e contrastare la povertà. A meno di non elevare moltissimo l’età pensionabile, con effetti però regressivi sul mercato del lavoro”.

A complicare una situazione tutt’altro che unidimensionale ha contribuito, in questi ultimi mesi, il sopraggiungere della pandemia Covid-19. Un evento che, ha sottolineato Raffaele Bruni, amministratore delegato di BM&C, ha messo in evidenza “il ruolo centrale del welfare come elemento fondamentale, anche di sostegno al reddito. Ma al tempo stesso anche la fragilità del nostro sistema”.

“In questi vent’anni – ha puntualizzato Bruni – è venuta meno l’idea che i fondi pensione complementari fossero parte integrante del welfare. Occorre ripartire da qui, soprattutto in termini di progettualità”.

Una nuova progettualità che nell’ambito della finanza sostenibile sembra già un processo avviato. “Ha dimostrato una resilienza maggiore durante la pandemia Covid – ha spiegato Elena Beccalli, preside della facoltà di Scienze Bancarie dell’università Cattolica -. Abbiamo registrato maggiori afflussi di capitale verso investimenti sostenibili, progetti imprenditoriali socialmente e ambientalmente sostenibili, una scelta rilevante anche sotto il profilo rischio-rendimento”. “Il Covid-19 può anche aver rappresentato un’opportunità – ha aggiunto – . Ha riportato in primo piano le tematiche sociali, al centro dell’agenda della politica e delle imprese, ha ricordato come le calamità maturali sono improvvise e che tutta l’umanità è sottoposta a questi rischi. Può essere l’opportunità di un cambiamento di paradigma, verso un sistema finanziario al servizio dell’economia reale”.

Le sfide aperta non mancano e la strada è tutt’altro che in discesa. Anche sul fronte del confronto col governo sulla riforma della previdenza. “I temi sono tanti e non accetteremo compromessi al ribasso – ha detto il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga -. Si dovranno ad esempio individuare compensazioni dei minori contributi versati dalle lavoratrici, così come trovare modalità che valorizzino previdenzialmente la discontinuità lavorativa. Dovremo anche rafforzare la protezione sociale, per assicurare a tutti, un domani e un dopo-domani, un livello di vita dignitoso”.