Oltre 10mila in piazza per lo sciopero generale dei lavoratori pubblici

Milano, 7.4.2016
 
Oltre 10mila in piazza a Milano da tutta la Lombardia per lo sciopero generale unitario dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, una cui delegazione è intervenuta anche all’attivo unitario dei metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm in corso in contemporanea al teatro Carcano. Dipendenti della sanità pubblica e privata degli enti locali, della sicurezza, hanno disertato ospedali, strutture sanitarie private, asili nido, uffici comunali e regionali, ma anche dell’Inps e dell’Inal per rispondere all’appello alla mobilitazione lanciato dai sindacati di categoria, con lo slogan “Rinnovare i contratti, migliorare i servizi”.  “Una protesta che vuole lanciare una proposta al Paese – ha sottolineato il segretario generale Fp Cisl, Giovanni Faverin -. Lavoratori e lavoratrici pubblici e del privato che eroga servizi di pubblica utilità sono stanchi dell’incompetenza dimostrata anche da questo governo e vogliono ribadire che la riorganizzazione, la formazione e la riqualificazione sono l’unica strada per eliminare la corruzione, gli sprechi e tutto quello che è funzionalmente disorganizzato per imporre le tasse ai cittadini”. Meno dirigenti, meno politica, più qualità e più cambiamento sono le richieste dei lavoratori pubblici, scandite anche ieri dal palco dai delegati intervenuti. Come Gigliola Mariani, dipendente della Città metropolitana: “Come vogliono riorganizzarci, togliendoci le risorse? – ha chiesto  dal palco -. Il rinnovo del contratto è fondamentale per far funzionare la fabbrica dei diritti. Non si può pensare di cambiare e migliorare la pubblica amministrazione negando i diritti dei suoi lavoratori”. 
Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici dalla Lombardia mandano dunque un messaggio chiaro al governo: i contratti di lavoro vanno rinnovati e con risorse adeguate per riconoscere le tante professionalità che erogano servizi pubblici ai cittadini. E adesso, con l’accordo all’Aran sulla riduzione dei comparti di contrattazione, non ci sono più scuse: il governo deve dare avvio alle trattative! “Fatto l’accordo sui comparti, fissate le quattro aree, alibi non ce ne sono più – ha detto dal palco Antonio Tira, segretario generale Fp Cisl Lombardia -. Adesso il problema è recuperare le risorse e aprire un confronto vero sulle piattaforme. La nostra richiesta a regime sul triennio è di 150 euro medi lordi mensili e ricordiamo che i lavoratori hanno perso oltre 350 euro mensili lordi dal 2010 al 2015”. 
Lo sciopero di oggi è stato proclamato anche per le tante vertenze aperte con Regione Lombardia, che vanno affrontate e risolte attraverso il confronto. “Per effetto del blocco dei contratti la Regione Lombardia risparmia circa 1 miliardo e mezzo all’anno di costo del personale – ha sottolineato Tira -. Se pensiamo che ha 23 miliardi di bilancio, di cui 17 miliardi alla spesa sanitaria, significa che stanno risparmiando il 20% sulle buste paga”. Da qui l’importanza della contrattazione anche a livello regionale, per il presidio dei processi di mobilità, di riorganizzazioni e di ristrutturazioni aziendali, per monitorare e prevenire le situazioni di crisi aziendale per difendere i livelli occupazionali. “Occorre premiare la meritocrazia, qualità e quantità, attraverso finanziamenti a costi standard – ha detto Tira -. E predisporre a livello regionale un piano assunzioni per sanare le forti carenze d’organico di tanti enti e strutture, a partire dalla sanità, e stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori precari”.