Milano, 12.3.2015

Sono arrivati da tutta la Lombardia i lavoratori delle principali aziende metalmeccaniche interessate da vertenze per crisi o ristrutturazione, come: Tenaris di Dalmine, Franco Tosi di Legnano, Italtel di Milano, Alcatel e Bames di Vimercate. E ancora: Carcano di Sondrio e Lecco, Stefana di Brescia, Albertini di Cormano e Villasanta, Riello di Lecco e Sondrio, Gruppo Casti di Varese e Como, Micron di Agrate, Guala Closures di Pavia.
“Dobbiamo uscire dall’emergenza e vogliamo dare la sveglia a Regione e imprese, perché condividano la priorità del rilancio del settore e della salvaguardia dell’occupazione e si attivino concretamente per questi obiettivi”, afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia. “Con il 53% degli occupati e il 35% dell’export – aggiunge – il settore metalmeccanico lombardo è strategico per la Lombardia e tutto il Paese, non possiamo permetterci di avere nel 2015 un ennesimo bollettino di guerra di aziende in crisi e posti di lavoro persi”. I metalmeccanici della Fim Lombardia sollecitano quindi la Regione a rafforzare le azioni di politica industriale per il territorio, integrandole con i programmi europei e le scelte nazionali. Chiedono inoltre che siano potenziati gli investimenti infrastrutturali e di rete, il sostegno ai settori strategici e all’innovazione . “L’industria lombarda può e deve ripartire – afferma Alberta -. Ma abbiamo bisogno di far leva su tutte le energie e le competenze presenti nel nostro territorio, con il protagonismo delle parti sociali e un ruolo importante e incisivo delle istituzioni, per contribuire a costruire un modello sociale che abbia al centro la persona e il lavoro”.
Ai metalmeccanici in manifestazione hanno portato la loro solidarietà anche i rappresentanti delle altre categorie Cisl e delle unioni territoriali.
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