P.a., sindacati: governo e regioni discriminano i lavoratori somministrati

Milano, 14.4.2017
 
No all’accordo "che cancella la facoltà per i lavoratori somministrati di partecipare ai concorsi riservati al 50% dei posti per quanti abbiano avuto per almeno tre anni "contratti flessibili" con la Pubblica amministrazione". Così i sindacati di Felsa Cisl e Nidil Cgil in una nota congiunta. Le sigle che rappresentano la categoria "insorgono contro la decisione assunta in Conferenza unificata e Stato-Regioni in previsione del definitivo varo del cosiddetto Testo unico del pubblico impiego".  Per le organizzazioni "l’esplicita esclusione di questi lavoratori che da anni svolgono servizi essenziali in campo sanitario, nei servizi degli enti locali e delle Regioni" rappresenta "non solo una scelta iniqua, ma totalmente inaccettabile". Motivo per cui le due sigle hanno inviato questa mattina una lettera alla ministra della P.a, Marianna Madia, e alla Conferenza Stato-Regioni, proclamando "lo stato di agitazione dei lavoratori in somministrazione", tanto da non escludere anche lo sciopero.
Daniel Zanda, segretario nazionale Felsa Cisl ed anche segretraio generale della federazione lombardia, chiama in causa la Regione. "Deve dire da che parte sta -afferma Zanda -. Un giorno firma con noi un protocollo che favorisce i lavoratori in somministrazione, garantendogli parità di diritto nell’accesso ai concorsi pubblici, e settimana scorsa la conferenza unificata Stato-Regioni ritiene di dover escludere esplicitamente i lavoratori somministrati dai concorsi finalizzati al superamento del precariato".